Ipotesi alleanza con M5S spacca il Pd, Zingaretti chiude

Il Segretario del Pd, Nicola Zingaretti, durante un comizio.
Il Segretario del Pd, Nicola Zingaretti, durante un comizio. (ANSA)

ROMA. – Lo spettro dell’alleanza con il M5S torna ad agitare il Pd. Un’intervista di Dario Franceschini, ‘grande elettore’ di Nicola Zingaretti, scatena la reazione di Matteo Renzi e di tutti i renziani. L’ex ministro della Cultura sottolinea la differenza tra Lega e cinquestelle e inserisce i secondi in un “arco costituzionale” anti-Salvini.

“Un accordo con loro? Non con me”, risponde l’ex premier. “Nessun governo con il M5s è alle porte, né è l’obiettivo del Pd”, scandisce però subito il segretario dem. E anche Luigi Di Maio chiude: “Siamo orgogliosamente diversi e non vogliamo avere nulla a che fare con quel partito”.

Nonostante le smentite, il fantasma aleggia tuttavia in vista di una possibile crisi di governo. Se non si andasse al voto anticipato e il presidente della Repubblica verificasse la possibilità di una maggioranza alternativa, le opzioni in campo non sarebbero molte. Tra queste quell’intesa che lo stesso Di Maio cercò l’anno scorso con il Pd dopo il fallimento dei primi negoziati con la Lega. E che secondo diverse fonti sarebbe stata possibile, prima dello stop imposto da Renzi al suo partito.

Ora Franceschini critica aspramente quella scelta, “la strategia del popcorn”, che, dice, “ha portato la Lega al 35%” e danni enormi al Paese dalla politica del governo gialloverde. “Vedo come tutti i limiti enormi del M5S, ma non posso non mettere su due piani diversi loro e la Lega”, afferma il deputato.

Zingaretti prova a raffreddare. “Prendere atto che ci sono due forze diverse – dice – significa semplicemente evitare che sempre di più diventino un blocco”. Niente alleanza, “anche Franceschini lo dice in modo chiarissimo”, aggiunge il leader. Ma Renzi e i suoi sono furiosi. “‘Insieme possiamo difendere certi valori’, dice Dario dei grillini. Insieme a loro, ok. Ma #senzadime, sia chiaro”, rilancia l’hashtag il senatore, “perché non vedo valori comuni con chi ha governato in questo anno”.

“Franceschini è stato sconfitto anche a Ferrara, la sua città – affonda Renzi -, da lui mi aspetto un’analisi politica meno rozza”. E ancora: “Il Pd faccia opposizione al governo, non a me”. “Vogliono consegnarci alla Casaleggio”, azzarda Luciano Nobili. Carlo Calenda chiede una smentita definitiva sul tema M5S. “Epurano i renziani per fare l’intesa”, ipotizza Nicola Faraone. Dietro la polemica feroce anche la rimozione di quest’ultimo da segretario regionale in Sicilia, decisa dalla Commissione di Garanzia Pd, e il congelamento della mozione di sfiducia a Matteo Salvini, che i renziani volevano.

E in acque così agitate, Zingaretti sembra giocare di sponda con Roberto Fico quando critica il vicepremier leghista per non aver risposto alla richiesta del presidente M5s della Camera di riferire in Aula sul ‘rubli-gate’. E intanto firma per la legge di iniziativa popolare a difesa dei beni comuni, tema caro anche all”ortodosso’ cinquestelle Fico. Però nessuna alleanza è all’orizzonte, assicura ancora una volta il segretario dem, alle prese con un Pd di nuovo in ebollizione.

(di Luca Laviola/ANSA)