Il Premier Conte chiude la Conferenza degli Ambasciatori

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, interviene alla XIII Conferenza degli Ambasciatori e delle Ambasciatrici d’Italia nel mondo che si è tenuta alla Farnesina.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, interviene alla XIII Conferenza degli Ambasciatori e delle Ambasciatrici d’Italia nel mondo che si è tenuta alla Farnesina. (Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – L’Ue, la Nato, i rapporti con gli Usa, il dialogo con Russia e Cina nel rispetto dei principi europei, lo sguardo rivolto al Mediterraneo e all’Africa. Sono questi i principi guida della politica estera italiana che il presidente ella Repubblica, Sergio Mattarella, quello del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, hanno delineato nei tre giorni della XIII conferenza degli ambasciatori e delle ambasciatrici alla Farnesina, di cui l’ANSA è stata media partner assieme a Rai news24.

L’appartenenza alla Nato e all’Ue non possono e non devono essere mai messe in discussione, è stato il messaggio lanciato dal capo dello Stato in apertura della kermesse e ripreso dal premier nel suo intervento di chiusura, come è imprescindibile per l’Italia avere un approccio multilaterale alla risoluzione delle grandi crisi internazionali basato sulla logica della responsabilità condivisa, del dialogo e dell’inclusività. Naturalmente, in un’epoca di incertezze come l’attuale, sono necessari alcuni cambiamenti. Primo, il cambio di passo dell’Ue che il presidente del Consiglio ritiene ancora “incompiuto ma sempre più indispensabile”.

La questione oggi, ha sottolineato da parte sua Moavero, non è che l’Italia sia “isolata” in Europa bensì che “l’Ue è molto disunita perché attraversa una fase di crescita complessa”. E allora è importante ribadire, ha detto Conte agli oltre 100 ambasciatori riuniti a Roma, che il rapporto Usa-Ue è “uno degli assi portanti dello scenario geopolitico”, seppure messo alla prova dal “contesto frammentario e frammentato della globalizzazione”.

Le relazioni con gli Usa, ha sottolineato il premier, rimangono “qualitativamente diverse da quelle che abbiamo con altre potenze, perché si fondano innanzitutto su valori e principi condivisi, che sono il fondamento stesso della Repubblica e che sono parte integrante della nostra Costituzione: la sovranità democratica, la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, la tutela dei diritti fondamentali della persona”.

Ma per il capo del Governo l’Italia deve continuare a interloquire anche con altri due grandi player: la Russia, “imprescindibile per identificare la soluzioni delle crisi”, e la Cina. Un dialogo, quello con Mosca e Pechino, che Roma deve perseguire in armonia con un approccio condiviso a livello europeo ed euro-atlantico e “rispettando gli standard e i principi sanciti anche dalla strategia dell’Ue”, ha insistito Conte.

“Con il Memorandum of Understanding bilaterale – ha ricordato il premier – abbiamo posto questi principi alla base della collaborazione con la Cina, primi dopo numerosi Paesi Ue che lo avevano già sottoscritto”.

Nella giornata conclusiva della conferenza, segnata anche da un blackout di circa 15 minuti che ha costretto il premier Conte ad interrompere il suo discorso agli ambasciatori per poi riprenderlo in un’altra sala del ministero, c’è stata l’occasione per il segretario generale Elisabetta Belloni per ricordare “l’unanime riconoscimento del prezioso lavoro della Farnesina e della rete diplomatico-consolare” e per rivolgere un appello al governo a indicare a quella rete la strada. “Per navigare abbiamo bisogno della rotta”, ha detto a nome dei tanti ambasciatori che rappresentano all’estero la Repubblica italiana. “Meglio la conosciamo, meglio possiamo navigare”.

(di Benedetta Guerrera/ANSA)

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