Il bosco verticale di Boeri nel deserto del Cairo

Il bosco verticale, l'innovativo e pluripremiato progetto edilizio di Porta nuova a Milano
Dell'architetto italiano Stefano Boeri, progettista del bosco verticale, l'innovativo e pluripremiato progetto edilizio di Porta nuova a Milano. (ANSA)

IL CAIRO. – Un polmone verde nel deserto del Cairo. E’ quello che sorgerà nella nuova capitale amministrativa egiziana, a 45 chilometri dal centro, grazie a un accordo firmato tra la società immobiliare egiziana Misr Italia Properties e l’architetto italiano Stefano Boeri, progettista del bosco verticale, l’innovativo e pluripremiato progetto edilizio di Porta nuova a Milano.

Il nuovo insediamento urbano al Cairo (con un investimento della Misr Italia di 16 miliardi di sterline egiziane, pari a 900 milioni di euro) è strutturato secondo i principi della sostenibilità energetica e ambientale e prevede nella parte più a nord la realizzazione di tre torri di 7 piani per 30 metri di altezza, in cui natura e architettura si integrano perfettamente.

I tre boschi verticali della New Cairo (dal costo di circa 164 milioni di euro), il primo progetto green in assoluto nella regione Mena (Medio Oriente e Nord Africa), sono stati progettati da Boeri con la designer egiziana Shimaa Shalash e la collaborazione dell’agronomo paesaggista Laura Gatti per Misr Italia Properties. Di questi tre nuovi edifici, uno ospiterà un hotel, gli altri due invece saranno occupati da residenze di diverse tipologie, progettate per rispondere alle diverse necessità degli abitanti della nuova capitale.

Il bosco verticale di Boeri, che dovrebbe essere completato entro il 2023, è stato illustrato dallo stesso architetto durante una conferenza stampa al Cairo, insieme all’amministratore delegato della società Misr Italia, Mohamed El-Assal. “L’idea che si possa realizzare al Cairo, che ha un alto tasso di inquinamento, un bosco verticale, rappresenta sicuramente una sfida”, ha detto all’ANSA l’architetto.

“Ma ci sono tanti altri progetti da poter realizzare. Per esempio – spiega Boeri – far diventare i tetti della città tutti verdi. Oppure, quella di creare una foresta orbitale attorno al Cairo con corridoi verdi che entrano in città. E ancora, sostituire gli edifici degradati con strutture verdi”.

Secondo l’architetto, “ci sono molti modi in cui si fanno le città verdi, questo del bosco verticale è un modo più economico e veloce per affrontare il cambiamento climatico. L’obiettivo del bosco verticale è proprio quello di limitare l’inquinamento. Sono solo piccoli sforzi, ma importantissimi. E far piantare un albero alle persone è il modo migliore per coinvolgerle”.

Dopo aver lanciato il bosco verticale a Losanna, Parigi, Utrecht, Tirana, Shanghai e Eindhoven (dove per la prima volta l’edificio è stato destinato al social housing e cioè ad una utenza popolare), il progetto al quale Boeri rimane più affezionato è quello di Amatrice dove ha disegnato l’area food: “Mi ha dato un’immensa gioia”.

“Dietro a ogni progetto c’è un grosso lavoro di ricerca tecnica”, afferma l’agronomo paesaggista Laura Gatti. “Ogni situazione è a sé e quello che cerchiamo di fare è lavorare con i locali per selezionare le specie vegetali tipiche dell’area meglio adatte per il bosco e quindi non solo ornamentali”, spiega.

“Quando ho visto per la prima volta il bosco verticale di Milano mi è piaciuto molto e ho voluto subito incontrare Stefano per parlagliene. L’intesa è stata immediata”, afferma l’amministratore delegato di Misr Italia, El-Assal. “Qui al Cairo siamo i primi ad aver avviato un progetto ecosostenibile e ci auguriamo di poter continuare magari coinvolgendo anche il governo”, aggiunge.

(di Gaetana D’Amico/ANSAmed)

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