Spiagge: quindicimila i bagnini italiani, uno su cinque è donna

Folla di turisti sulle spiagge della Liguria, pattino rosso di salvataggio in primo piano.
Folla di turisti sulle spiagge della Liguria, pattino rosso di salvataggio in primo piano. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Sarà che con i salvataggi e i batticuori di Baywatch è cresciuta più di una generazione. Sarà che tra le onde delle piscine l’esercito rosa è sempre più agguerrito (dall’inossidabile Federica Pellegrini a Simona Quadarella e, ultima, Benedetta Pilato). Sarà infine che ormai le donne hanno dimostrato di poter svolgere più che egregiamente lavori che (a torto) venivano ritenuti solo prerogativa maschile, ma tra i 14.750 bagnini operativi in Italia (11 mila gli addetti al salvamento) 1 su 5 è donna.

Secondo un’indagine di Cna Turismo e Commercio, infatti, se i maschi sono 12.390 (84% del totale), le donne sono 2.360, vale a dire il 16%, in crescita del 2% sull’anno scorso. Un lavoro impegnativo e di grande concentrazione di cui spesso si capisce l’importanza solo nel momento del pericolo estremo come dimostrano anche i tanti casi di annegamenti e salvataggi di questi giorni. Si tratta di un’attività per giovani, ma non per giovanissimi, perché richiede maturità e freddezza: solo il 35% del totale ha meno di 40 anni.

Ma a che cosa è dovuta la crescita dell’occupazione femminile in questo settore? Probabilmente alla maggiore propensione femminile verso alcune doti essenziali per quest’attività: le capacità organizzative, l’accuratezza, la comprensione. Le regioni che occupano più donne sono, nell’ordine, Calabria (oltre il 21% degli assistenti in attività), Trentino Alto Adige (8,5%), Veneto (8,4%). L’età media delle assistenti bagnanti è di 18 anni, molto bassa, tanto che diverse tra di loro non hanno ancora completato l’iter scolastico.

In crescita è anche la presenza di immigrati. In tutto sono 1.430, rappresentano il 9,7% del totale e registrano in un solo anno un incremento del 2,86%. Disaggregando questo dato sono il Friuli Venezia Giulia (con il 21,3%) e la Liguria (con il 14,5%) le regioni dov’è più forte la presenza di immigrati tra gli assistenti bagnanti. A seguire Puglia (6,8%), Marche e Sicilia.

Un’attività prevalentemente stagionale impone che il 90% dei contratti sia a tempo determinato. La retribuzione media annua di un assistente bagnante si fissa poco sotto i 9mila euro. A livello di istruzione scolastica, il 61,2% si è fermato alla scuola dell’obbligo, il 15,8% ha conseguito il diploma secondario, il 2% è in possesso di diploma universitario e il 21% ha frequentato corsi di formazione professionale.

Sei bagnini su dieci sono impegnati nelle imprese fino a 9 dipendenti, il 31% in quelle tra 10 e 49 addetti, il 9% nelle imprese da 50 occupati in poi. Quasi un’impresa su 10 (per la precisione il 9%) denuncia difficoltà a reclutare forza lavoro specializzata. L’attività, peraltro, ha raggiunto un certo grado di sofisticazione: si richiedono una maggiore preparazione rispetto al passato, esperienza acquisita sul campo, la frequenza di corsi di aggiornamento.

(di Cinzia Conti/ANSA)