Banche ancora in fuga da npl, Mps a quota 1,5 miliardi

CArtello con logo delle banche
Cartello con l'insegne di alcune banche italiane. (freenewsonline.it)

MILANO.- Le banche italiane hanno fatto “i compiti a casa” e il sistema ha ormai raggiunto i target richiesti dalla Banca Centrale Europea, con un rapporto fra crediti deteriorati e crediti netti, pari al 4,3%: gli Npl si sono ridotti nei primi sei mesi del 2019 del 6,91% (-2.019 milioni di euro).

Ma le “pulizie” non sono finite. Secondo l’ultima analisi di Banca Ifis pubblicata a gennaio, le banche italiane avevano inpipeline per il 2019 la cessione di 50 miliardi di euro di Npl e 3 miliardi di Utp.  Per ora solo Banco Bpm ha detto di non aver più bisogno di maxi-cessioni e di voler ridurre i crediti deteriorati “organicamente”.

Banca Monte dei Paschi di Siena invece ha dato un’altra sforbiciata vendendo quasi 340 milioni di euro di Npe. Sommati a quelli passati a Illimity e Cerberus salgono complessivamente a 1,5 miliardi di euro nelle ultime due settimane.

In particolare sono stati ceduti crediti in sofferenza misti secured e unsecured per complessivi 137 milioni di euro e tre operazioni su crediti unlikely to pay prevalentemente secured, per 202 milioni di euro.

“La conclusione di questi accordi rappresenta un ulteriore e significativo passo avanti  nel processo di accelerazione del derisking previsto dal Piano di Ristrutturazione 2017-2021 en el rispetto degli impegni presi con la Commissione Europea” sottolinea l’istituto senese.

Mps non svela chi siano i quattro acquirenti (a luglio ha disdetto il contratto di servicing decennale stipulato con Juliet, la piattaforma di recupero strutturata da Cerved e Quaestio). Secondo il database di Banca Ifis il 45% del mercato italiano delle sofferenze è gestito ad oggi da 8 grandi soggetti (DoBank, Cerved, Banca Ifis, Prelios, Credito Fondiario, Tersia, Sga e MB Credit Solution).

A breve si affaccerà però un nuovo fondo che si dedicherà agli agli Utp (Unlikely-to-pay) segnando il ritorno di Giovanni Bossi, il banchiere che ha lanciato Banca Ifis nel business dell’acquisizione di Npl e a marzo scorso, dopo 24 anni, ha lasciato la guida dell’istituto.

Bossi insieme all’ad di Clessidra Sgr Mario Fera sta lavorando alla costruzione del portafoglio di Clessidra Restructuring Fund (con Italmobiliare come “anchor investor”) che punta ad acquistare fino a 300 milioni di euro di crediti Utp, e a settembre dovrebbero completarsi i conferimenti da parte delle banche che in cambio sottoscriverebbero quote del fondo.(ANSA).

(di Sara Bonifazio/ANSA)