L’estate riscalda i prezzi al Sud, battuto il Nord

Balneario in Sardegna
Stabilimento balneare in Sardegna. (Tripadvisor.it)

ROMA.- L’inflazione è ridotta all’osso, a luglio è appena allo 0,4%. Per trovare un tasso inferiore bisogna tornare alla fine del 2016. Eppure non è tutto. La calma piatta dei prezzi nasconde un cambio di rotta, che si sta consumando proprio nei mesi estivi. Il Sud e le Isole mostrano i rincari maggiori, lasciando il Nord indietro.

Si tratta di piccole variazioni, di decimali di punto, ma da tenere sotto osservazione. Da sempre infatti si parla diun’Italia spezzata anche dal carovita, con un Mezzogiorno economico e un Settentrione salato. Da qui anche la questione, mai sopita, delle gabbie salariali. Tema tornato attuale nel corso del dibattito sull’autonomia differenziata.

Stando ai numeri, ai dati dell’Istat, nel mese di luglio invece a registrare il tasso d’inflazione più elevato è il Sud, (0,6%),seguito dalle Isole (0,5%) mentre il Nord non va oltre la media nazionale.

Tra le grandi città spicca Bari (+1,2%), che supera Bolzano (1,0%). Chiude il podio sempre il Mezzogiorno con Catania (0,9%) affiancata da Modena, Trieste e Verona. In deflazione alcune grandi città del Centro-Nord: Bologna (-0,1%), Ravenna, Livorno e Ancona (-0,3% in tutti e tre i casi).

In linea anche la classifica regionale: apre la graduatoria l’Abruzzo (0,9%). Sopra la media nazionale anche la Puglia (0,8%), la Sicilia e la Calabria (0,6% in tutte e due). Una nuova tendenza quindi, in contrasto con quanto accaduto negli ultimi anni, ma che nel corso del 2019 aveva fatto capolino già a giugno e marzo. Luglio a questo punto non fa che confermare il dato.

Ma quali sono le ragioni del risveglio dei prezzi al Sud? Probabilmente il turismo in città come Bari sta rimettendo in moto l’economia, tant’è vero che sono alberghi e ristoranti a trainare. Altre spiegazioni possono arrivare dall’entrata a regime della carta d’identità digitale, che ha costi più alti rispetto a quella cartacea.

Quando un Comune l’adotta il tasso d’inflazione puntualmente si eleva, soprattutto se stiamo parlando di città con un livello dei prezzi, complessivo, basso. E’ infatti ovvio che le oscillazioni pesino di più laddove il giro di affari è più limitato.

Al contrario al Nord la stagnazione potrebbe avere freddato i listini, deprimendo i consumi (secondo i consumatori causa principale della bassa inflazione che si osserva in tutt’Italia). E’ ancora presto per dire se ciò porterà a un riallineamento verso il basso del carovita, ricucendo un po’, almeno su questo fronte, le distanze tra Nord e Sud.

(di Marianna Berti/ANSA)

Lascia un commento