“Nero, torna a casa tua”, aggredito un sacrestano

La chiesa di Santa Maria Assunta di Gallarate .
La chiesa di Santa Maria Assunta di Gallarate . ANSA/MATTEO BAZZI

MILANO. – Stava aprendo la chiesa di cui si occupa da vent’anni Deodatus Nduwimana, originario del Burundi e da quattro anni italiano, quando un uomo ha iniziato ad insultarlo, a dirgli di tornarsene a casa sua e ad aggredirlo, tanto da lussargli una spalla.

Un’aggressione a sfondo razzista avvenuta a Gallarate (Varese) dove in questi giorni si sono accese le polemiche: prima per un post del sindaco Andrea Cassani, che poi si è scusato, in cui invitava a riaccompagnare “a calcioni” nel suo Paese d’origine un tunisino a suo dire colpevole di aver incendiato un’auto (in realtà era il proprietario della macchina, incendiata da un italiano); e per un post, poi cancellato, dal consigliere Pd Fabrizio Ciuffardi, che augurava un tumore a chi non vuole lo sbarco della Open Arms.

Deodatus è stato attaccato intorno alle 15, in pieno giorno, alla basilica di Santa Maria Assunta, la chiesa più importante della cittadina. Ad aggredirlo è stato un pluripregiudicato, con problemi psichici legati all’abuso di alcol e di droga, che in passato ha anche sfasciato il pronto soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate, e che già lo aveva insultato perché nero.

Questa volta però dalle sole parole, è passato ai fatti. “Stavo andando ad aprire la basilica – ha raccontato Nduwimana – lui era lì come sempre e mi ha spinto dopo avermi insultato. Ho paura per la mia vita. Questa persona è sempre in piazza, è un nullafacente e mi ha preso di mira”.

Sul posto è arrivata la polizia insieme ai soccorsi del 118 che hanno portato il sacrestano in ospedale. Poi il sacrestano è andato in commissariato e ha sporto denuncia, come aveva già annunciato. La polizia sta svolgendo tutti gli accertamenti del caso. Le ipotesi di reato vanno da lesioni con l’aggravante dell’odio razziale a minacce a sfondo razziale.

“Coraggio Deodatus, nonostante le apparenze attuali, la cattiveria, la violenza, l’ignoranza e la stupidità non prevarranno” ha scritto su Facebook il responsabile dell’ufficio don Alberti Vitali, che ha espresso la “solidarietà della Pastorale diocesana dei Migranti della diocesi di Milano” al sacrestano. Non l’unico segno di solidarietà che gli è arrivato anche dai tanti parrocchiani, che lo conoscono e apprezzano da vent’anni.