Siria: infuria la battaglia a Idlib, i ribelli arretrano

Convoglio militare ad Idlib
Un convoglio militare turco se dirige a la localitá di Khan Shaykhun nella provincia siria insurretta di Idlib,(AP)

ROMA.- In Siria infuria la battaglia a Khan Shaykhun, la città strategica lungo la strada che porta a Idlib: le milizie anti-governative si sono “riposizionate” lungo il fronte, lasciando campo libero ai soldati di Bashar al Assad, che 24 ore fa avevano sfondato le linee avversarie arrivando in centro città, sotto il controllo dei ribelli dal 2014.

Khan Shaykhun è tristemente celebre per l’attacco chimico del 2017, che causò oltre 90 morti, ed è la città dove un mese fa ha trovato la morte Anas al-Dyab, 23 anni, l’eroe dei Caschi Bianchi (White Helmets), i volontari della protezione civile antigovernativa siriana, uno dei pochi ad aver documentato proprio quella strage.

Hay’at Tahrir Sham, la più potente milizia dell’area, affiliata ad al Qaida, ha affermato che il ritiro delle proprie forze dalla città, uscite attraverso corridoi a nord e est, ha l’obiettivo di impedire il completo accerchiamento da parte dei soldati di Damasco, sostenuti dai raid aerei condotti sia dall’aviazione siriana che da quella russa.

A quanto si apprende, i bombardamenti sono proseguiti per tutta la giornata. I soldati di Assad ora hanno di fronte un’altra roccaforte più a nord, quella di Maraat al Numan, una quarantina di chilometri da Idlib.

Incerta la situazione a Morek, dove sorge un posto di osservazione turco. La tensione tra Damasco e Ankara è alle stelle, dopo il bombardamento di un convoglio imponente di mezzi militari colpito dai caccia siriani lunedì.

Gli uomini di Assad accusano la Turchia: quel convoglio portava rinforzi ai ribelli asserragliati proprio a Khan Shaykhun. Quello di Ankara “è un flagrante intervento” e si tratta di “un atto ostile”.

Il regime di Damasco “non deve scherzare con il fuoco, faremo tutto il necessario per proteggere le nostre truppe”, ha replicato a stretto giro il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu.

Nell’attacco al convoglio sono rimasti feriti almeno tre civili turchi. I mezzi militari si troverebbero ora nell’area di Heesh, non lontano da Idlib.

L’offensiva sulla regione è iniziata il 30 aprile scorso, costringendo alla fuga migliaia e migliaia di civili: gli sfollati sono 450.000, almeno 850 gli uccisi.

(di Claudio Accogli/ANSA)