Trump verso il G7: “La Russia torni al tavolo dei grandi”

Donald Trump riceve in regalo da Vladimir Putin il pallone del Mondiale di Calcio Russia 2018.
Donald Trump riceve in regalo da Vladimir Putin il pallone del Mondiale di Calcio Russia 2018.

WASHINGTON. – A quattro giorni dal G7 francese di Biarritz Donald Trump lancia di nuovo il sasso: la Russia dovrebbe tornare nel club dei Paesi che contano. Lo fece già oltre un anno fa prima del summit canadese di Charlevoix: ma allora, alla fine, tirò indietro la mano, anche perché mancava un forte consenso da parte degli alleati e lui, a Washington, era ancora nel pieno della bufera del Russiagate.

Chissà dunque se stavolta il presidente americano darà seguito alle sue affermazioni, andando in pressing soprattutto sui partner europei, ora che sono svanite le nubi dell’inchiesta dei suoi rapporti con Mosca e che nel Vecchio Continente è maturata una maggiore propensione a riaccogliere la Russia al tavolo dei grandi.

“Sarebbe una cosa idonea che la Russia tornasse ad unirsi al G7, e che il G7 tornasse ad essere di nuovo un G8”, ha affermato Trump parlando alla Casa Bianca con i giornalisti, e spiegando che la sua affermazione è giustificata dal fatto di aver visto con i propri occhi cosa voglia dire sedersi al tavolo senza Mosca che partecipi alle decisioni più importanti.

Il tycoon però non ha fatto ad alcun cenno ad un eventuale passo indietro del Cremlino sulla questione dell’Ucraina e su quelle sanzioni che scattarono contro Mosca dopo l’annessione della Crimea nel 2014. Piuttosto Trump è tornato ad attaccare il suo predecessore Barack Obama, accusato di aver voluto la cacciata della Russia dal G8 solo perché – afferma il presidente americano – Vladimir Putin dimostrò di essere più furbo di lui: “Non è così che funziona”, ha aggiunto Trump, pronto a volare in Francia dove incontrerà anche l’inquilino dell’Eliseo, Emmanuel Macron.

Proprio Macron in questi giorni ha visto Putin, lasciando intravedere alcune aperture rispetto al passato. Ma è anche vero – fanno notare alcuni osservatori – che un eventuale affondo del tycoon sul ritorno di Mosca al tavolo delle maggiori economie potrebbe al contrario creare tensioni all’interno del G7, oltre a rilanciare le critiche nei suoi confronti per l’atteggiamento troppo “soft” nei confronti del leader del Cremlino. Questo anche dopo aver avuto la certezza delle interferenze russe sulle elezioni presidenziali del 2016 e su quelle di metà mandato del 2018.

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