Il G7 di Conte, i leader Ue per un governo senza Lega

Il premier Giuseppe Conte riceve la Presidente eletta della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, a Palazzo Chigi.
Il premier Giuseppe Conte riceve la Presidente eletta della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, a Palazzo Chigi. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

BIARRITZ (FRANCIA). – Il silenzio sull’Amazzonia, quello sull’apertura nei confronti di Putin, tema sul quale l’Italia ha sempre puntato l’accento, il basso profilo sulla Brexit. L’effetto della crisi italiana si sente già alla vigilia del G7 di Biarritz. O meglio l’Italia non si sente, sui grandi dossier che stanno agitando i leader mondiali a poche ore dall’avvio del vertice.

Il premier dimissionario Giuseppe Conte resta fedele alla linea del silenzio, anche sui temi internazionali, ma nella località al confine con la Spagna, meta dei surfisti di tutto il mondo, il professore troverà probabilmente interlocutori attenti e molto interessati alle vicende italiane. Soprattutto tra gli europei.

La speranza che uno dei Paesi fondatori possa abbandonare la strada sovranista non può che trovare il sostegno dei due stati-pilastro dell’Europa: Francia e Germania. La spina nel fianco del paese di Spinelli alleato con Orban continua a pungere. Non è un caso che il primo endorsement a Conte sia arrivato proprio dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.

Ma anche la cancelliera Angela Merkel, tra gli obiettivi della retorica antieuropea salviniana assieme al presidente francese Emmanuel Macron, hanno gradito i duri attacchi del professore al suo vice, con il quale l’inquilino dell’Eliseo si è scontrato in più di un’occasione.

Certo Macron non ha dimenticato l’incontro del vicepremier Di Maio con i gilet gialli, ma la possibilità dello scampato rischio sovranista sembra essere per il momento l’obiettivo più importante. Anche perché, come ha avvertito Macron, “quando ci si allea con l’estrema destra”, alla fine “è l’estrema destra che vince”.

Il professore dunque troverà ascolto e, forse, lo cercherà anche, tanto che c’è chi si spinge a dire che durante i lavori di questo G7 i leader capiranno quante possibilità ci sono di rivederlo ancora. Di certo, assicura una fonte diplomatica, “tutti in Europa hanno molto apprezzato l’interveto del professore al Senato”.

E se al momento il Conte-bis sembra allontanarsi, resta il fatto che il premier è riuscito in questi 14 mesi a costruirsi una credibilità e un rispetto personali. Non solo in Europa. Il presidente Usa Donald Trump ha più volte, durante i vertici o via Twitter, rinnovato la stima nei confronti di ‘Giuseppe’.

E vista da oltreoceano la crisi italiana, affiancata agli altri guai del Vecchio continente, preoccupa non poco. L’ha detto chiaramente il presidente della Fed, Jerome Powell: “Abbiamo rinvenuto ulteriori prove di un rallentamento globale, soprattutto in Germania e Cina. Eventi geopolitici hanno dominato le news, inclusa la possibilità di una hard Brexit, le crescenti tensioni a Hong Kong e la dissoluzione del governo italiano”.

Resta il nodo del candidato italiano a commissario europeo che andrebbe sciolto in appena tre giorni, mentre ancora si sta limando il bilanciamento dei pesi di una possibile coalizione giallo-rossa. Il rinvio è ormai certo, anche se da Bruxelles è arrivato l’invito a presentare il candidato il prima possibile. L’Italia rischia di infilarsi con un nome e la richiesta di un portafoglio pesante a sudoku quasi concluso.

Sicuramente non è una poltrona che fa gola ai Cinque stelle, ma consegnarlo al Pd potrebbe nutrire la retorica salviniana dell’inciucio da tempo meditato. Continuano comunque a girare nomi legati al Partito democratico, anche se c’è chi spinge per una figura terza, conosciuta al livello internazionale. Quel che è certo è che resta la più ampia apertura possibile da parte di un’Europa che punta tutto sul dopo Salvini.

(dell’inviata Paola Tamborlini/ANSA)