Mini pacemaker su paziente di 14 anni, record in Italia

Sala operatoria di un ospedale.
Sala operatoria di un ospedale. (Foto Mario Rosas/ANSA)

BERGAMO. – Il più piccolo pacemaker al mondo impiantato a un ragazzo di soli 14 anni, ovvero il paziente più giovane che abbia mai subito in Italia un’operazione del genere. A eseguire l’intervento l’équipe di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione cardiaca dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Il ragazzino soffriva di asistolia: in pratica il cuore gli cessava di battere per alcuni secondi, con gravissimi rischi. Un problema di salute grave che lo ha colpito fin da quando aveva 7 anni. Ora potrà svolgere una vita normale grazie a questo dispositivo che i medici definiscono ‘invisibile’, in quanto grande solo più di due centimetri (meno di un decimo dei pacemaker tradizionali), del peso di due grammi e senza filo, con una batteria che garantisce per circa una decina di anni l’emissione di impulsi elettrici in grado di regolarizzare il battito cardiaco.

In passato infatti erano sufficienti un po’ di agitazione o un’emozione più forte del solito e il cuore del piccolo smetteva di battere: un dolore improvviso al petto e poi uno svenimento. Per i suoi genitori seguivano interminabili secondi, imprevisti e imprevedibili, capaci anche di non manifestarsi per mesi oppure anni e poi all’improvviso ricomparire.

Il bambino era in cura all’ospedale di Bergamo fin dal 2013: vista l’età e la frequenza irregolare dei disturbi, i medici avevano fatto ricorso a un ‘loop recorder’, una sorta di minuscolo ‘registratore automatico’, grande solo un terzo di una pila ministilo e posizionato nei pressi del cuore, ma in grado di registrare l’elettrocardiogramma, giorno e notte continuativamente, distinguendo e memorizzando sia le pause del battito che le aritmie pericolose.

I medici hanno potuto valutare il tracciato sul computer dell’ospedale: registrare le aritmie al momento giusto ha aiutato i medici a diagnosticare con precisione l’irregolarità del battito cardiaco e a prendere una decisione tempestiva. Che è stata proprio quella di impiantare il minuscolo pacemaker: nel 2018 il cuore si era infatti fermato per ben 18 secondi, salvo poi ripartire da solo.

Troppi, comunque: Paolo De Filippo, responsabile dell’Unità di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione cardiaca del Papa Giovanni XXIII e la sua collega Paola Ferrari, aritmologa specializzata sulle patologie pediatriche, propongono ai genitori di intervenire con l’innovativa ‘cardiocapsula’, il più piccolo pacemaker al mondo, che viene così impiantato al paziente più giovane in assoluto.

“Grazie al dispositivo, che non necessita di alcun filo o elettrocatetere di connessione, è stato possibile superare una serie di problemi legati al classico pacemaker monocamerale – spiega Paolo De Filippo – inserito chirurgicamente sotto la pelle del torace, il tradizionale pacemaker impedisce alcuni gesti del braccio. È più complicato praticare attività sportive come il nuoto, la pallavolo, il tennis e, più in generale, attività in cui si rischia di cadere o sport di contatto come le arti marziali o il calcio. Al contrario, questa tecnologia è del tutto invisibile e non invasiva. Non richiede incisioni né ‘tasche’ sotto la cute del torace, eliminando il rischio di infezioni e di potenziali complicanze, tipiche di un intervento tradizionale”.

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