Germania verso la recessione, ondata di indici negativi

Auto Volkswagen
Auto Volkswagen pronte per l’esportazione dal porto tedesco di Emden (Reuters)

BERLINO. – Dagli ordinativi per l’industria e le costruzioni sono venuti altri due segnali che confermano che la Germania, la maggiore economia d’Europa, sta scivolando verso una recessione tecnica.

La Borsa di Francoforte è restata però per tutto il giorno in territorio positivo a conferma che la caratteristica del ‘Suv’ tedesco è la trazione ‘estera’ oggi esalata da notizie giudicate positive nella guerra dei dazi Usa-Cina e, secondo la valutazione dei mercati, anche nella Brexit.

L’istituto federale di statistica tedesco comunque ha annunciato che a luglio gli ordini manifatturieri sono diminuiti del 2,7% rispetto al mese precedente, soprattutto a causa (-4,2%) di quelli dall’estero: un dato peggiore delle attese degli analisti che avevano previsto un calo solo dell’1,4%. Su base annua la flessione di questo importante indicatore è stata del 5,6%.

Segnalata in diminuzione anche l’attività delle costruzioni, con l’indicatore Ihs Markit al livello piè basso degli ultimi cinque anni. Il clima negativo è testimoniato pure dagli ordini di macchinari: a luglio sono rimasti sotto il livello dell’anno scorso per il settimo mese di fila come ha reso noto l’Associazione di settore Vdma.

Ci si è messa poi di mezzo pure l’auto, un comparto che sviluppa il 4,5% del Pil tedesco (dato 2015): dall’ultima indagine condotta dall’istituto Ifo di Monaco alla vigilia della fiera internazionale dell’auto di Francoforte, la IAA, emerge che le aspettative dell’industria automobilistica per i prossimi mesi calano ancora, passando da -10.2 punti ad -14.1 in agosto.

Il Dax, l’indice principale della Borsa di Francoforte, alle 18:30 era però sul +0,85%, tornando ai livelli di inizio agosto sulla scia degli schiaffi parlamentari presi a Londra dal premier britannico Boris Johnson e soprattutto dai suoi piani di Brexit disordinata. A influire sui corsi anche i nuovi colloqui annunciati nella guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina.

Per l’economia tedesca, il cui Pil è per il 39,0% (dato 2018 dell’Ufficio statistico tedesco) creato dal commercio con l’estero, queste sembrano le notizie che contano. Anche perchè ormai sono più di due settimane che un secondo trimestre di fila in negativo, la sequenza che crea la recessione tecnica, è considerato probabile non solo da analisti ma anche dalla Bundesbank dopo il -0,1% del periodo aprile-giugno.

La debolezza della congiuntura tedesca, oltre alle ripercussioni sulle altre economie dell’eurozona e del mondo, ha impatto sul dibattito politico tedesco e quello politico-monetario europeo circa gli stimoli da mettere in campo.

In Germania la tendenza evidenziatasi negli ultimi giorno è quella di individuare gli interventi nel settore della lotta ai cambiamenti climatici senza violare, almeno in maniera dichiarata, l’equilibrio di bilancio perseguito dal 2014.

In Europa ci sono attese che la Bce annunci nuovi stimoli, come prevede il Financial Times.

(di Rodolfo Calò/ANSA)

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