Petrolio: Non solo benzina, ecco l’impatto sull’economia

Nubi di fumo si alzano sopra la raffineria saudita dopo l'attacco con droni. (Mega.cl)

ROMA.  – Consumi a terra per via dei prezzi più cari, con un’inflazione in rapida accelerazione a causa degli effetti  del caro-greggio non solo sulla benzina, ma sui trasporti, e dunque sui prezzi dei beni, a partire da frutta e verdura, dell’energia più cara per le imprese, delle bollette più salate per famiglie e imprese.

É lo scenario che si prefigurerebbe nel caso di quotazioni del petrolio alle stelle per mesi, in un clima di tensione per i timori di attacchi con droni contro gli impianti petroliferi come quello appena subito dall’Arabia Saudita che ieri ha fatto impennare i prezzi fino al 20%. Uno scenario che colpirebbe i consumi, e dunque la crescita, specie in Paesi come la Germania e l’Italia.

-SI SGONFIANO LE QUOTAZIONI. Ma tutto ciò accadrebbe solo nel caso di rialzi prolungati del barile oltre i 70 dollari, ancor più a 80 dollari.

Mentre oggi le ultime notizie vedono le quotazioni scendere del 5% sotto i 60 dollari (greggio Wti a New York) e 65,50 dollari (per il Brent a Londra) dopo indiscrezioni, tutte da confermare, secondo cui l’Arabia Saudita sarebbe vicina a ripristinare il 70% della sua produzione – dimezzata dall’attacco ai suoi impianti – e nel giro di tre o quattro settimane tornerebbe al 100%.

-CARO VITA, NON SOLO BENZINA. In fondo, la fiammata che ieri ha portato il petrolio a oltre 70 dollari non ha fatto che riportare i prezzi dov’erano lo scorso maggio.

Ad oggi, per Claudio Spinaci, presidente dell’Unione petrolifera, al netto delle preoccupazioni per l’attacco lanciato contro la raffineria saudita di Abqaiq, “il mercato appare regularmente approvvigionato” e i prezzi dei carburanti alla pompa “non dovrebbero aumentare più di qualche centesimo”.

Con un +11% del petrolio si stima un +2/3% del prezzo finale, e i listini di oggi registrano un aumento di 2-3 centesimi solo per i distributori Q8.

-SCENARIO AVVERSO. In uno scenario avverso, con il petrolio stabilmente a 80 dollari, l’impatto sarebbe invece forte: il Codacons calcola che i prezzi salirebbero almeno di 10 centesimi di euro, con un effetto domino: la benzina (in modalità servito) arriverebbe a costare 1,800 euro al litro, mentre il diésel 1,695 euro/litro, con un un rincaro di 120 euro a famiglia solo per i rifornimenti di carburante.

Cui andrebbero aggiunti i rincari dei prezzi dei prodotti trasportati, e un rincaro generalizzato dei listini pari a 200 euro annui a famiglia per l’acquisto di beni trasportati, portando la stangata complessiva a quota +320 euro annui a famiglia, cui aggiungere ricadute sulle bollette di luce e gas.

-CONSUMI E CRESCITA. Anche per le ricadute sulla crescita attraverso i consumi, gli economisti ritengono che servirebbe un vero e proprio shock durevole, anche se a Oxford Economics pensano che basterebbe un altro colpo alla produzione, come qualche disordine in Nigeria, per spingere il petrolio oltre i 100 dollari.

Questo avrebbe effetti a ricaduta sulla política della Bce. Holger Schmieding, un economista della Berenberg, nota che un aumento del di 10 dollari del petrolio aggiunge uno 0,3 all’inflazione dell’Eurozona, ora all’1% e che la Bce vuol portare prossima al 2%.

Improbabile un impatto immediato sul ‘pacchetto’ appena varato da Draghi. Ma un caro-greggio simile “per i Paesi già sull’orlo della recessione, potrebbe fare la differenza fra una stagnazione e una lieve contrazione”, dice Schmieding riferendosi in particolare alla Germania e all’Italia, due Paesi con l’economia in una fase di debolezza economica una quota rilevanti delle importazioni nette di greggio sul Pil.

Il punto è se l’attacco ai sauditi, che ha messo a nudo falle eclatanti nella sicurezza dimezzando la capacità di raffinazione di un gigante che produce il 10% del petrolio globale, lascerà l’offerta di greggio danneggiata a lungo.

Le indiscrezioni dicono di no, ma molti analisti sono scettici su una ripresa tanto veloce. Ancor peggio sarebbe se si aprisse un periodo di attacchi mirati ai centri nevralgici dell’energia in Medio Oriente.

(di Domenico Conti(ANSA)

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