Macron da Conte, clima nuovo ma lontani sui migranti

Incontro a Palazzo Chigi tra iil presidente francese Emmanuel Macron ed il Primo ministro Giuseppe Conte.
Incontro a Palazzo Chigi tra iil presidente francese Emmanuel Macron ed il Primo ministro Giuseppe Conte. (Ufficio Stampa Palazzo Chigi)

ROMA. – Il clima è cambiato, ma i nodi restano gli stessi. Il presidente francese Emmanuel Macron arriva in Italia per mostrare plasticamente come, senza sovranisti al governo, sia possibile voltare pagina e collaborare. Si fa precedere dal ringraziamento, fatto filtrare da fonti dell’Eliseo, al presidente Sergio Mattarella che “si è posto in questi ultimi mesi come garante della continuità e della qualità della relazione” franco-italiana.

Torna ad incontrare il premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi e apre anche a Luigi Di Maio, che fece irritare il presidente incontrando i leader dei gilet gialli. “Oggi è il ministro degli Esteri – dicono le stesse fonti – e ci sono già stati contatti con l’omologo Le Drian. Non commentiamo episodi del passato. La cooperazione prosegue”.

Ma Parigi non arretra di un millimetro sul dossier più spinoso: i migranti. Il nodo principale restano quelli economici, che rappresentano la stragrande maggioranza degli arrivi. Il tema è al centro dell’incontro con Conte, subito dopo il colloquio con Mattarella. E come sta accadendo ormai in tutta Europa, si intreccia con gli interessi nazionali.

Macron ha infatti bisogno di dare un segnale forte sull’immigrazione per arginare l’avanzata della Le Pen, mentre il governo giallorosso ne vuole dare uno di discontinuità mostrando che i risultati si possono ottenere collaborando e non insultando.

Per questo Conte, secondo quanto si apprende, punta a proporre a Macron un vero e proprio pacchetto di iniziative che vanno dal meccanismo di sbarco fino al ricollocamento e al rimpatrio, superando gli accordi bilaterali tra singoli paesi europei e paesi di origine e attivando un meccanismo ‘europeo’ che valga per tutti e costituisca una garanzia.

L’obiettivo, spiegano le fonti, è di raggiungere “uno strumento operativo ed efficiente europeizzato”, che convinca anche paesi come la Francia ad accogliere una quota di migranti senza distinguo, perché tanto poi ci sarà la certezza dei rimpatri di chi non ha diritto all’asilo.

Nel progetto di Conte, che vedrà a pranzo il premier del Governo di unità nazionale libico Fayez Sarraj, il pacchetto dovrà essere ampio e prevedere anche gli interventi nei paesi di origine. Resta poi il nodo dei porti di approdo. L’Italia punta almeno ad una rotazione, tra i vari paesi che potrebbero essere coinvolti si pensa a Malta, la Spagna, la Grecia e la Francia, attraverso la Corsica.

Ma anche su questo Parigi frena, tornando a ribadire che il principio dell’approdo più vicino non va messo in discussione. La trattativa è aperta e in salita, ma fonti di Palazzo Chigi assicurano che da parte francese sono arrivati segnali importanti. Nessun paese come la Francia in questo momento è interessato ad un avvicinamento all’Italia – dopo lo scampato pericolo sovranista – ed entrambi, Roma e Parigi, hanno bisogno di mostrare come i paesi europeisti siano in grado di portare a casa risultati.

Il passaggio di domani sarà importante ma non decisivo. La svolta sull’accordo Ue potrebbe arrivare al mini summit dei ministri dell’Interno di Italia, Francia, Germania e Malta il 23 settembre a La Valletta, dedicato proprio alla questione dei migranti. Berlino ha già fatto sapere di essere disponibile ad accogliere il 25% degli arrivi, senza troppi distinguo tra rifugiati ed economici.

E segnali positivi in questo senso sono arrivati anche da altre capitali: una sorta di coalizione di volenterosi per strutturare il meccanismo automatico di ridistribuzione in attesa di rivedere il regolamento di Dublino.

(di Paola Tamborlini/ANSA)

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