Migranti, Ocse: “Dimezzate le richieste d’asilo in Italia”

ROMA. – Il numero di persone che hanno depositato una richiesta d’asilo in Italia nel 2018 è “calato del 57,8%, per stabilizzarsi a circa 53.400 persone”: è quanto afferma l’Ocse nel Migration Outlook presentato oggi a Parigi. La maggioranza dei richiedenti asilo – precisa l’Ocse – arrivano da Pakistan (7.400), Nigeria (5.100) e Bangladesh (4.200). Il più forte innalzamento dal 2017 “riguarda i cittadini del Salvador (+900) e il calo più pronunciato i cittadini della Nigeria (-19 400). Sulle 95.000 decisioni del 2018, 32.2% sono state positive”.

Nell’Outlook dell’Organizzazione fari puntati anche sul fenomeno delle migrazioni dall’Italia: i cittadini italiani che si sono trasferiti in altri Paesi dell’Ocse sono diminuiti dello 0,2% nel 2018, per stabilirsi ad un totale di 172.000 persone. L’Ocse precisa che di questi, “circa il 30% è emigrato in Germania, 16,7% in Spagna e 11,1% nel Regno Unito”.

Inoltre, nel 2017, il numero di italiani che ha dichiarato un trasferimento di residenza all’estero è stato di 114.000, “come nel 2016”.

Oltre due migranti su tre, risulta sempre dal dossier Ocse, hanno un posto di lavoro. Dato, questo, che smentirebbe la diffusa “percezione” secondo la quale i migranti “prenderebbero il posto” ai lavoratori locali. In realtà, ha detto il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, in conferenza stampa a Parigi, l’impatto dei migranti sui lavoratori locali “è molto limitato”.

“Se ben gestite, le migrazioni possono fornire vantaggi economici e sociali ai Paesi di destinazione e di origine, come anche ai migranti e ai non-migranti”: ha sottolineato il direttore della Direzione Occupazione, Lavoro e Affari Sociali dell’Ocse, Stefano Scarpetta.

“Tuttavia – ha avvertito l’esperto – non prendere in considerazione le opinioni e i timori relativi all’immigrazione sarebbe un grave errore, perché riflettono un complesso insieme di problemi che devono essere pienamente compresi e trattati”.

Sulla questione migratoria “l’Italia è stata lasciata sola per troppo tempo, ora ha bisogno di un sostegno a livello europeo per affrontare questa crisi in modo più efficace”: è quanto ha affermato infine, a margine della presentazione del Rapporto, il direttore della Direzione Occupazione, Lavoro e Affari Sociali dell’Ocse, Scarpetta.