Conte a Macron, piano per superare l’emergenza migranti

Frame del video della Presidenza del Consiglio sulla visita del presidente francese Emmanuel Macron al Primo Ministro Giuseppe Conte.
Frame del video della Presidenza del Consiglio sulla visita del presidente francese Emmanuel Macron al Primo Ministro Giuseppe Conte. (Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Un meccanismo di misure temporanee, in attesa di arrivare ad una vera e propria modifica di Dublino, per superare l’approccio emergenziale legato all’arrivo di ogni nave, togliendo così ossigeno alla retorica sovranista. Misure da considerare globalmente e sulle quali far convogliare, con l’aiuto francese, il maggior numero possibile di paesi europei.

Si gioca tutto sul difficile equilibrio tra interessi nazionali e segnali di unità europea in chiave antisovranista l’incontro tra il premier Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron, che a Roma ha visto anche il capo dello Stato Sergio Mattarella.

E il primo segnale importante di distensione è proprio l’immagine dell’inquilino dell’Eliseo che torna a Palazzo Chigi, dopo le tensioni che raggiunsero il culmine nel febbraio scorso con il richiamo dell’ambasciatore Masset. Ma il lavoro di equilibrio e diplomazia è tutto sulla questione dei migranti. All’Italia serve un’apertura verso la realizzazione di quel patto europeo sull’immigrazione al quale Roma punta per dare il primo, forte, segnale di cambiamento di rotta del governo.

Macron deve invece mostrare fermezza per arginare la propaganda nazionalista di Marine Le Pen. Entrambi devono dimostrare che i governi europeisti sono in grado di raggiungere risultati importanti sul dossier più spinoso. Ma resta il nodo dei migranti economici, che rischia di mettere in discussione anche i possibili risultati del mini vertice del 23 settembre a La Valletta tra i ministri dell’Interno di Italia, Francia, Germania e Malta.

Per questo Conte lavora di diplomazia per ammorbidire la posizione di Macron. Puntando ad un pacchetto di misure che non si focalizzi solo su un aspetto ma arrivi a creare un meccanismo ‘europeizzato’ che valga per tutti i paesi che accettano le quote (senza distinguo tra rifugiati e economici) e garantisca poi il rimpatrio certo di chi non ha diritto all’asilo.

Partendo proprio dal momento dello sbarco, arrivando fino agli aiuti ai paesi di partenza. E’ questo il punto di incontro sul quale Italia e Francia possono trovare un fronte comune. E Roma, pur forte di un rinnovato, benché tardivo, appoggio europeo, punta sull’aiuto francese. Ma non solo.

“Si lavora a tutto campo”, spiega chi è vicino al dossier. Non è un caso che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, nelle stesse ore in cui Conte parla con Macron, sia a Berlino ad incontrare l’omologo Horst Seehofer, che ha definito “costruttivo” un colloquio che si è svolto “in uno spirito di rinnovata collaborazione tra Italia e Germania”.

E non è un caso neanche che Conte abbia incontrato prima del presidente francese il capo del governo libico di accordo nazionale, Fayez al Sarraj, sollecitando una rafforzata collaborazione sul fronte migranti. Al presidente francese, Conte chiede quindi di convogliare il maggior numero di paesi europei tra i cosiddetti ‘volenterosi’, per arrivare ad un meccanismo automatico al momento degli sbarchi. Senza sconti per chi le quote le rifiuta.

L’obiettivo di Roma, che verrà ribadito anche a La Valletta, è raggiungere un’intesa politica tra gli Stati membri per far sì che per chi si sfila dalla redistribuzione sia previsto un maggiore intervento economico sugli oneri dell’intera operazione. Ed è questo che Conte propone a Macron: aderire ad un pacchetto, non chiudere o aprire sui singoli punti. Lavoro di mediazione che punta far portare a casa un risultato ad entrambi.

(di Paola Tamborlini/ANSA)

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