Migranti, Mattarella: “Gestione rimpatri sia dell’Ue”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'intervento all'inaugurazione dell'anno scolastico 2019/2020, L'Aquila,
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'intervento all'inaugurazione dell'anno scolastico 2019/2020, L'Aquila, 16 settembre 2019. (Giandotti/Ufficio Stampa Quirinale)

ROMA. – “Meccanismi automatici” per la redistribuzione in Europa dei migranti e rimpatri “a carico dell’Ue”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rilancia la necessità di un’intesa a livello europeo che consenta di uscire dalla gestione emergenziale di un fenomeno sempre più strutturale, come dimostrano i continui sbarchi: 28 tunisini soccorsi dalla Gdf al largo di Lampedusa, altre 56 persone recuperate da Malta, l’ennesimo allarme di Alarm Phone per un barchino con 35 a bordo e la Guardia Costiera libica, stando alle organizzazioni umanitarie, che ha riportato a Tripoli quasi 500 persone negli ultimi 5 giorni.

Senza contare gli oltre cento che sono ancora a bordo della Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee e Msf in attesa di un porto sicuro. Il capo dello stato parla al termine dell’incontro con il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier – che ha visto anche il premier Giuseppe Conte – consapevole che una ripresa massiccia degli sbarchi metterebbe a rischio i già precari equilibri nell’esecutivo, con Salvini che anche oggi ha attaccato a testa bassa: “governo di venduti, ha riaperto i porti”.

A preoccupare non è solo la Libia: in Tunisia, dicono fonti italiane e tunisine, si sarebbe diffusa la voce che la Germania sarebbe pronta a concedere permessi di soggiorno con una certa facilità. E non solo: il possibile accordo sulla redistribuzione dei migranti in Ue verrebbe letto dai giovanissimi come una sostanziale via libera alla partenza.

“Crediamo sia necessario – dice dunque Mattarella – che i Paesi che avvertono la responsabilità comune di fronte a un fenomeno epocale come quello delle migrazioni trovino soluzioni, sperando che siano condivise dall’intera Ue, ma che comunque consentano dei meccanismi automatici di distribuzione dei migranti e de2i rimpatri posti a carico dell’Unione”.

E’ Bruxelles, sottolinea, che deve “adottare e assumere” su di sé “l’onere dei rimpatri”: perché “è in grado di farlo con maggiore efficacia di quanto non possono fare i singoli Paesi, rimpatriando, con rispetto della loro condizione e dei diritti umani, coloro che non hanno titolo per l’asilo e non vanno mantenuti nei Paesi europei”.

Elementi di cui hanno discusso anche il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il collega spagnolo Fernando Grande-Marlaska Gomez. Nella nota congiunta dopo l’incontro i due parlano di “piena sintonia” su alcuni punti: maggiore coinvolgimento dell’Ue nel sostenere i paesi alla frontiera esterna, riforma del regolamento di Dublino, gestione condivisa dei flussi.

Di tutto questo si parlerà lunedì a Malta nel vertice con Italia, Malta, Francia, Germania, Spagna, Finlandia (in qualità di presidenza di turno del Consiglio Ue e Commissione europea. L’obiettivo dichiarato è duplice: arrivare ad un “meccanismo automatico” di redistribuzione tra i ‘volenterosi’ e trovare una formula per sanzionare i Paesi che non accettano la loro quota di migranti.

Le aperture di Macron ieri e della Germania oggi nei confronti dell’Italia non sciolgono però il nodo centrale su cui rischia di naufragare il vertice: Parigi e Berlino continuano a parlare di redistribuzione dei soli richiedenti asilo, una quota minima di coloro che sbarcano, con i migranti economici che dovrebbero rimanere negli hotspot dei paesi di primo approdo fino al rimpatrio.

Ma l’Italia – spalleggiata da Malta all’ultimo vertice di Helsinki – ha già respinto questo accordo, chiedendo la redistribuzione di tutti i migranti e la rotazione del porto di sbarco. Il rischio è, dunque, che si arrivi all’ennesima dichiarazione d’intenti o, nella migliore delle ipotesi, ad una posizione comune sulle possibili sanzioni ai paesi ‘ribelli’ e sul ruolo sempre più centrale dell’Ue nei rimpatri.

“I cambiamenti radicali non possono avvenire dal giorno alla notte – ha detto non a caso il ministro dell’Interno maltese Michael Farrugia – lunedì avremo una discussione e alcune cose saranno chiarite”.

(di Matteo Guidelli/ANSA)

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