Il primo ottobre il mondo celebra il caffè, anche gli chef

1 ottobre, Giornata Internazionale del Caffè.
1 ottobre, Giornata Internazionale del Caffè.

ROMA. – Quasi 3 miliardi di tazzine di caffè sono consumate ogni giorno nei quattro angoli del pianeta. Per il 95% degli Italiani l’espresso è un rito quotidiano, alcuni lo bevono anche più volte al giorno. Ma la passione per la “tazzurella” non si limita alla Penisola, è anzi un fenomeno globale. Ed è il globo intero a celebrare il primo ottobre la Giornata Mondiale del Caffè.

Quest’anno l’International Coffee Day mette in evidenza la cultura ma anche le fragilità della filiera produttiva e distributiva del caffè. I consumi globali sono in crescita costante, ma la filiera produttiva – che riguarda 50 Paesi – sta attraversando una delle crisi più pesanti, con quotazioni del raccolto anche del 30% inferiori ai listini degli ultimi 15 anni. Una vera e propria minaccia alla continuità produttiva, soprattutto in aziende agricole a conduzione familiare.

La Giornata mondiale del caffè lancia così una petizione online, una chiamata alle armi di tutti gli amanti di questa corroborante bevanda, per sostenere – anche partecipando a uno dei tanti eventi a tutta caffeina in cartellone – per cambiare il destino di 12 milioni di piccoli coltivatori, assicurando loro un reddito minimo vitale. Un video, girato a Kibuye in Rwanda, racconta questa sfida.

Intanto in Italia, la patria dell’espresso e di rinomate torrefazioni, secondo dati del Coffee Monitor Nomisma-Datalytics 2018, la spesa media annua pro-capite è pari a 260 euro, con i bar prescelti dai due terzi (72%) dei cultori. I 149mila bar sparsi lungo tutta la Penisola servono ogni giorno in media 175 tazzine di caffè.

L’espresso viene scelto dal 93% dei consumatori di caffè, mentre resta residuale la percentuale di chi predilige il caffè americano, orzo o altre tipologie di caffè (7%). Nuove modalità di consumo si stanno affermando nella ristorazione.

Andrea Cuomo e Anna Muzio, autori del libro “Mondo Caffè”, hanno fotografato la presenza di questo ingrediente nella cucina di 30 grandi chef, dal caffelatte di capra di Annie Feolde agli spaghetti al caffè, ricotta e pancetta croccante di Alfonso Caputo.

La moka resiste invece tra le mura domestiche ma nel fuori casa il caffè si afferma anche nei cocktail a base di caffè specialty, i monorigine, e nella latte art, con decorazioni a vista sul cappuccino. Alle tradizionali tre M (Macchina, Mano e Miscela) che dettano il successo di una tazzina di qualità, Stefano Cedroni, barman al Tram Depot, sottolinea che “l’acqua è fondamentale. Deve mantenere una durezza di 9 gradi francesi, la temperatura invece tra i 90° e i 94° gradi centigradi (varia dal tipo di cultivar del caffè utilizzato). Al gusto un caffè non deve essere mai astringente, altrimenti vuol dire che è vecchio, tostato troppo o estratto male. Stessa cosa se sa di liquirizia, gomma o legno bruciati. Sono tutti sentori negativi”.

(di Alessandra Moneti/ANSA)