Un video della Questura di Trieste, Meran spara e scappa

Alcune immagini tratte dal video della sparatoria nella Questura di Trieste.
Alcune immagini tratte dal video della sparatoria nella Questura di Trieste.

TRIESTE. – Alejandro Stephan Meran, pistola in mano, spalanca una porta e si trova in una piccola stanza vuota, come un topo in trappola esce di corsa. In un altro spezzone di filmato corre attraversando l’atrio della Questura, ha due pistole, spara contemporaneamente con entrambe ad altezza d’uomo verso il piantone (rimasto ferito a una mano), cerca e trova la porta, scappa.

Nel terzo, all’esterno, si guarda intorno, cerca una via di fuga, tenta di aprire una volante parcheggiata, poi si dirige verso la Panda della Squadra Mobile che fa velocemente retromarcia. Infine, si ripara dietro le auto parcheggiate. Lì terminerà la fuga.

Sono alcuni dei frammenti del video diffuso dalla Questura di Trieste in serata. Sono stati tagliati i frames più violenti, ma la figura che ne emerge è quella di un giovane, capelli rasta, che sembra il protagonista di un film di Tarantino. Se non si fosse consumata purtroppo una tragedia, sembrerebbe incredibile.

Il giovane si muove come un pazzo, e per questo la Procura ha annunciato che chiederà una perizia psichiatrica su Meran, che intanto è stato dimesso dall’ospedale e condotto nel carcere “Ernesto Mari” di Trieste. Sulla vicenda, in particolare sulla polemica relativa alla sicurezza delle fondine, è intervenuto anche il capo della Polizia, Franco Gabrielli: “Non c’è correlazione tra l’ipotetica inefficienza della fondina e l’episodio che ha visto la morte dei colleghi”, sintetizza. Non negando, tuttavia, che il tema degli approvvigionamenti “esiste, perché abbiamo finanziamenti schizofrenici e siamo perennemente in affanno”.

Gabrielli ha quindi confermato quanto ieri sostenuto dal Questore di Trieste, Giuseppe Petronzi: “Abbiamo pagato un prezzo altissimo, ma la professionalità dei colleghi di Trieste ha impedito che la dimensione della tragedia fosse molto più ampia. L’assassino aveva due pistole in mano e a 150 metri dalla questura c’è piazza dell’Unità d’Italia e se l’avesse raggiunta avremmo pagato un prezzo più alto”.

Un prezzo da evitare ad ogni costo: per questo oggi il sindaco, Roberto Di Piazza, in Consiglio comunale, ha invocato una riflessione da parte di ciascuno su “quel buonismo ipocrita che regolamenta i protocolli e limita l’azione dei nostri agenti”.

Sul versante giudiziario si apprende che mercoledì saranno effettuate le autopsie sui due corpi; soltanto dopo potranno essere celebrati i funerali, forse prima una breve cerimonia a Trieste, poi i feretri dovrebbero essere portati nei paesi d’origine delle vittime, Velletri e Pozzuoli. Al Palazzo di Giustizia attendono anche atti, documenti dalla Germania, di eventuali episodi di violenza commessi da Alejandro Meran, o almeno ‘carte’ che confermino la presunta instabilità mentale.

In Germania si trova il compagno del giovane, forse lui potrebbe rivelare particolari per tratteggiare con maggior precisione il profilo dell’omicida. A breve gli inquirenti sentiranno anche l’agente di polizia ferito a una mano, ancora ricoverato in Ortopedia in ospedale, e gli altri agenti che hanno assistito o partecipato alla sparatoria.

La Questura ha poi invitato “coloro che desiderano esprimere vicinanza alle famiglie di Matteo e Pierluigi” a compiere una donazione a favore del Fondo di Assistenza per il Personale della Polizia di Stato – IBAN IT30I0100503374000000200003 – con causale ‘A favore dei famigliari di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta’”. Fiaccolate di cordoglio a Velletri e a Roma, dove il questore Carmine Esposito si è commosso.

(di Francesco De Filippo/ANSA)

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