Il garbo di Mattarella contro il tornado Trump

Alla Casa Bianca i due stili opposti di Mattarella e Trump
Alla Casa Bianca i due stili opposti di Mattarella e Trump. (Ufficio Stampa Quirinale)

WASHINGTON. – “Italia e Stati Uniti mai così vicini”, assicura Donald Trump, ricordando i legami profondi che legano i due Paesi e sottolineando, con quello che vede come un gesto di cortesia, che a lui Cristoforo Colombo sì, piace.

Ma Sergio Mattarella non potrebbe essere più distante dal tycoon, per aplomb, pacatezza, compostezza, rigore: nulla a che vedere con il temperamento esuberante e senza freni del presidente americano. Un atteggiamento di cui il capo dello Stato finisce inevitabilmente per fare le spese.

E sì, perché che nella Casa Bianca trumpiana il clima non fosse proprio quello elegante e ovattato del Quirinale era cosa ben nota. Ma forse nessuno nello staff di Mattarella si immaginava un tale show del tycoon, lo stesso spettacolo che regala oramai ogni volta che riceve un leader straniero.

Già nello Studio Ovale, per i tradizionali convenevoli davanti alla stampa prima di iniziate il vero e proprio faccia a
faccia, Mattarella deve fare i conti con un Trump a mille all’ora, che non guarda in faccia a nessuno e che passa da un
argomento all’altro come se nulla fosse.

Anche stavolta il presidente americano non perde occasione per inscenare quello che di fatto è un monologo, dai dazi alla Siria, passando per il 5G. Su ogni punto è un martellamento, relegando l’ospite quasi al ruolo di comparsa.

Ma Mattarella sembra non starci e, in maniera sempre pacata ma ferma, si riprende la parola: come a dire, “adesso tocca a me”. E qualcuno fa notare anche un’impercettibile smorfia del capo dello Stato che forse tradisce un po’ di nervosismo.

Dopo il lungo faccia a faccia privato, nella conferenza stampa congiunta – trasferita dal Rose Garden alla East Room
della Casa Bianca a causa della pioggia battente – va in onda la stessa scena. Quello di Trump è un vero e proprio comizio fiume, ogni regola prestabilita sulle domande ai due capi di Stato salta, e Mattarella è costretto quasi a fatica a prendersi la parola.

Un giornalista si alza per porgli la sua domanda ma a rispondere è Trump. Il presidente della Repubblica espone con grande chiarezza la posizione dell’Italia su dazi, Turchia e via dicendo, ma su ogni argomento il tycoon vuole sempre l’ultima parola.

Donald, insomma, è il solito tornado. E Sergio, senza mai scomporsi, resiste e prova a controbattere punto su punto col garbo che lo contraddistingue. Riesce a spiazzare Trump anche con una citazione latina, una lingua che difficilmente risuona tra le mura della Casa Bianca.

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