Allerta numeri al Senato, ma Conte studia “blindatura”

Un'immagine della presidenza del Senato e nella parte centrale i banchi riservati al Governo e i suoi ministri.
Un'immagine della presidenza del Senato e nella parte centrale i banchi riservati al Governo e i suoi ministri.

ROMA. – Le “mine vaganti” renziane sulla manovra, la tempesta interna al M5S che deflagra ciclicamente,
come sul dl imprese: se da un lato Giuseppe Conte, sotterraneamente, sta concentrando il suo impegno per cementare
la coalizione di governo, dall’altro, a Palazzo Madama, il rischio Vietnam è dietro l’angolo.

Ed è un rischio che potrebbe prendere una forma costante da qui ai prossimi mesi: con Italia Viva a far pesare, e tanto, i suoi voti. E i dissidenti interni al Movimento a fare lo stesso gioco, seppur partendo da posizioni opposte a quelle renziane. Eppure, per ora Conte non si scompone: e studia, con crescente attenzione, modi e tempi per blindare la maggioranza nella Camera tradizionalmente più “thrilling”.

Sin dall’inizio del governo giallo-rosso c’è nel governo, la sensazione di un opportunità: costruire un “cordone
sanitario” che, a Palazzo Madama, preservi l’esecutivo da  trappole che potrebbe rivelarsi fatali. E la scissione dei
renziani rischia di tramutare via via l’opportunità in necessità.

Sulla “provenienza” politica di questo cordone i dubbi sono pochi: è il centro. Quel centro che, solo due giorni fa, Conte alla cerimonia di Avellino in onore di Fiorentino Sullo ha visto applaudire a lungo il suo intervento. Un centro orientato a Sud, terreno privilegiato, in questi giorni, delle sortite del premier, spesso incentrate sulla necessità di un rapidissimo rilancio del Mezzogiorno.

Ed è un centro che, a livello di gruppi parlamentari, potrebbe essere geograficamente compreso tra il Misto e Forza
Italia. Certo, “l’operazione cordone sanitario” non può essere né conclamata (potrebbe manifestarsi con qualche assenza strategica, ad esempio) né immediata ma, più di una fonte qualificata, nel governo, è convinta che al momento opportuno la blindatura potrebbe prendere forma.

Tutto ciò avviene mentre il premier, da qualche giorno, ha sensibilmente aumentato il tono politico del suo racconto: replicando a suo modo al confronto tv tra Matteo Salvini e Matteo Renzi, visti da più di un esponente della maggioranza come egualmente pericolosi per la tenuta del governo.

E, forse non a caso, sabato prossimo Conte è atteso all’Eurochocolate di Perugia, ad una sola settimana dal voto regionale in Umbria. Un voto che, se vincesse Vincenzo Bianconi, certamente farebbe da volano per la coalizione giallo-rossa.

All’interno della coalizione Pd-M5S resta comunque più di una divergenza, come sulla giustizia o sul decreto imprese, dove oggi il Movimento ha detto chiaro tondo “no” all’immunità penale ad Arcelor Mittal. A ciò si aggiungano le fibrillazioni interne ai Cinque Stelle, plasticamente rappresentate dall’ennesima fumata nera alla Camera e dall’elezione del nuovo capogruppo al Senato: Gianluca Perilli, che ha prevalso di soli tre voti su
Danilo Toninelli.

Divisioni che a Palazzo Madama vengono alimentate dal gruppo degli “ex governativi”. Barbara Lezzi, per fare un esempio, è da giorni uno dei capi-bastone della trinceapentastellata sull’ex Ilva.

(di Michele Esposito/ANSA)

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