Bankitalia: Crescita al palo, attenti ai dazi di Trump

Un operaio dell'industria metalmeccanica. (AdnKronos)

 

ROMA.  – Una crescita che non riparte, i dazi di Trump che potrebbero colpire l’Italia più del previsto, e una costellazione di rischi cui la manovra risponde con una política di bilancio leggermente espansiva.

É  la fotografia scattata all’economia italiana da Bankitalia, che nota l’effetto positivo dello spread che ha azzerato la fiammata che partì con le elezioni del 2018, e dei tassi sui Btp decennali scesi ai minimi dall’introduzione dall’euro: tutto merito della “riduzione dell’incertezza percepita dagli operatori circa gli orientamenti della política economica e quelli nei riguardi delle istituzioni europee”, in due parole del mutato quadro politico.

Una sorta di “bonus-spread” – spinto da ben 81 miliardi di acquisti netti all’estero di titoli pubblici Made in Italy in otto mesi – che non aiuta solo i conti pubblici riducendo il costo di rifinanziamento, ma ha fatto calare molto il costo della raccolta bancaria giovando potenzialmente alla crescita: se restasse così, “verrebbero rafforzate la possibilità di mantenere le condizioni del credito espansive e la capacità delle banche di erogare finanziamenti alla clientela”.

Ciò nonostante, Bankitalia non può evitare di soffermarsi sui rischi, parola che ricorre una cinquantina di volte nelle oltre 60 pagine del Bollettino economico di Via Nazionale. C’è il rischio di un rallentamento dell’economia cinese oggi confermato da un Pil ai minimi di 30 anni; quello legato alla Brexit; e ci sono i rischi della guerra commerciale innescata da Trump.

I nuovi dazi per 7,5 miliardi sull’import negli Usa dall’Ue, per l’Italia, si traducono in una stretta solo su alcuni prodotti della filiera agroalimentare, e dunque impattare significativamente su un “numero circoscritto” di imprese: circa 400 milioni di export.

Ma attenzione, avvertono gli economista di Bankitalia: “più rilevanti potrebbero essere tuttavia gli effetti indiretti, trasmessi attraverso l’interscambio con i nostri partner commerciali dell’area o mediante una revisione dei piani delle imprese europee”.

É’ in questo quadro che – nelle stime di Bankitalia – la crescita dell’economia italiana è rimasta “stazionaria nel periodo luglio-settembre” dopo il +0,1% dei tre mesi precedenti. E anche per l’intero 2019 “i principali previsori istituzionali e privati hanno confermato le proiezioni di un’attività economica pressoché stazionaria”.

Bankitalia non si sbilancia sul 2020, anno in cui rischiano di venire al pettine alcuni dei nodi globali e geopolitici più insidiosi, né si addentra troppo sui dettagli della manovra, essendo questa ancora in corso d’opera.

Ma nota che l’orientamento della politica di bilancio, in base ai saldi inviati a Bruxelles, “risulterebbe leggermente espansivo, riflettendo la cancellazione delle clausole di salvaguardia – solo in parte compensata con altre misure – nonché altri interventi fra i quali una riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e maggiori investimenti”.

Scelte che sono “motivate da un quadro macroeconomico meno favorevole del previsto e da rischio al ribasso non trascurabili”.

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