Confindustria giovani: “Politica frustrante, cambiamo noi il Paese”

Alessio Rossi, 37 anni, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria.
Alessio Rossi, 37 anni, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria.

CAPRI (Napoli). – “Frustrati nel dover continuamente affrontare gli stessi problemi da soli. Ma non impotenti”, gli industriali under 40 contrappongono anni di “impoverimento lento e costante”, di “politiche di crescita inefficaci”, al mondo delle fabbriche dove invece “si tornisce l’Italia inarrestabile”.

Rilevano la distanza e prendono un impegno: “Se non ce la fanno le forze della politica a cambiare questo Paese devono farcela le forze dell’industria”. Alessio Rossi, imprenditore di prima generazione, romano, parla con passione sul palco del tradizionale convegno di Capri, sente “la responsabilità di aprire le porte a chi verrà dopo” avviandosi a chiudere, il prossimo maggio, il suo mandato di leader dei Giovani Imprenditori di Confindustria.

La manovra ha deluso. “Ci aspettavano più coraggio, il nostro Paese non riparte ‘salvo intese'”. E’ il “primo vero banco di prova del Governo per mostrare di essere diverso” ma “una legge di bilancio coraggiosa non si accontenta di 3 miliardi per il taglio del cuneo fiscale”.

Una plastic tax? “Cerchiamo di non diventare campioni di autolesionismo”. L’Iva? E’ un nodo che si riproporrà per il 2012 e “non basteranno le coperture finanziarie fatte con bibite e merendine”. Il risparmio del taglio dei parlamentari? “Già usato per Alitalia”. Lotta all’evasione? “Con il solo inasprimento delle pene non si estirpa culturalmente né si produce più gettito”, e si rischia una caccia alle streghe: sanzioni alle imprese “poi magari smentite in giudizio”.

Alle critiche nel merito si aggiungono quelle all’efficacia dell’azione di Governo, al metodo del ‘salvo intese’ così distante dalle responsabilità di chi guida aziende: “Le imprese non approvano bilanci salvo intese, non assumono salvo intese, non investono salvo intese”.

Servono più defiscalizzazioni per le giovani imprese. Sì ad un Green New Deal ma “l’Italia corre il rischio di spegnere le proprie imprese non perché inquinano ma perché non ci saranno nuove generazioni a portarle avanti o ad avviarle”. Bisogna puntare sui giovani. Il voto ai sedicenni? Apriamogli invece le porte delle imprese con “l’alternanza scuola-lavoro”.

Non manca un richiamo ad avere “più rispetto per la classe imprenditoriale” accennando a “istituzioni assenti ingiustificate” al convegno. Dove, invece, c’è la presenza, discreta di una delegazione di operai della Whirlpool di Napoli: per gli industriali servono “subito soluzioni concrete e di lungo periodo”, così come l’Ilva di Taranto non può continuare “a sbattere contro le giravolte del Governo”.

(dell’inviato Paolo Rubino/ANSA)