Madrid, la donna venezuelana e la lotta per la democrazia

MADRID – Spesso agiscono nell’anonimato, ma la lotta della donna contro gli abusi del potere è inestimabile. In particolare lo è in quei paesi, come ad esempio il Venezuela, dove la repressione delle forze di polizia è brutale e i governi non nascondono la loro vocazione autoritaria.

Organizzato dall’Istituto Casla, nel “Centro Cultural Casa de Vacas” di Madrid, si è svolto il forum “Mujeres en el Exilio y su lucha por la Democracia” nel corso del quale è stato presentato il documentario “El Exilio Femenino”.

Diretto da Ignasi Boltó, il documentario raccoglie le testimonianze di alcune donne che, come tante nell’anonimato, lottano dall’esilio per riconquistare le libertà democratiche in Venezuela.

Un momento per la riflessione

I partecipanti al forum hanno potuto ascoltare le testimonianze di Roxana Nicula, presidentessa dell’Istituto Casla e Segretario Generale del “Partido Libertario” spagnolo; Lorent Saleh, ex prigioniero politico oggi all’esilio che ha sofferto i rigori della prigionia e della tortura in una delle celle della Polizia Politica (Sebin); Miguel Henrique Otero, editore di “El Nacional”, quotidiano spina nel fianco del Governo Maduro.

– Le donne – ha commentato Henrique Otero – hanno dimostrato un coraggio incredibile nelle proteste. La percentuale di donne in prima fila nelle manifestazioni di piazza è altissima. Anche se i leader dei partiti sono tutti uomini, ad eccezione di Maria Corina Machado, le donne che scendono in piazza a protestare sono tante. E lo fanno con grande coraggio.

Manuel Cuesta Morúa, dirigente dell’opposizione cubana, ha poi posto l’accento sul ruolo delle donne cubane.

– Sono protagoniste della lotta per la democrazia e la libertà dentro e fuori l’isola – ha detto.

Infine, l’ex presidente del governo spagnolo, Felipe González, ha considerato indispensabile, prima di qualunque tentativo di dialogo, la liberazione dei prigionieri politici e il ritorno in Patria dei leader in esilio.

– Non si tratta semplicemente di liberare 20 prigionieri politici come se si trattasse di merce di scambio, e poi arrestarne 40. Se i prigionieri politici sono 470, se ne devono liberare 470.

Ha quindi rilevato che per realizzare elezioni libere, con la partecipazione di tutti gli elettori, è necessario che Maduro dia un passo a un lato. Considera inoltre necessario un censimento che garantisca la partecipazione dei 4,5 milioni di venezuelani fuggiti all’estero.

Il forum è stato l’occasione per un momento di riflessione sull’attuale congiuntura politica ed economica che vive il Venezuela, sconvolto da una crisi politica, istituzionale ed economica senza precedenti in America Latina.

Redazione Madrid

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