Usa pronti a togliere i dazi su 112 miliardi di beni cinesi

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump saluta al suo omologo di China Xi Jinping durante una pausa nel Vertice del G20 in Osaka nel giugno scorso. (AFP/ Brendan Smialowski)

NEW YORK.  – Gli Stati Uniti sono pronti a togliere i dazi su 112 miliardi di dollari di prodotti Made in China. Una mossa per facilitare il mini-accordo commerciale al quale manca un tassello cruciale: le firme di Donald Trump e del presidente cinese Xi Jinping.

Le trattative dietro le quinte proseguono spedite e, fra le ipotesi allo studio per spianare la strada alla tregua, c’è anche la possibilità che Washington rinunci a far entrare in vigore i dazi sui prodotti cinesi che dovrebbero scattare in dicembre.

Da parte sua Pechino potrebbe mettere sul piatto maggiori controlli per combattere il contrabbando di fentanil, la droga sintetica alla base dell’epidemia di oppioidi negli Stati Uniti.

Secondo Washington, la maggior parte del fentanil illegale entra negli Usa tramite posta internazionale e la Cina sarebbe uno dei maggiori esportatori.

Una stretta di Pechino sui controlli sul potente opioide potrebbe aiutare Trump a vendere il mini-accordo in casa, dove è alle prese con il crescente scetticismo delle imprese e degli agricoltori sui dazi. E potrebbe aiutarlo anche a combattere le critiche fuori e dentro la sua amministrazione.

All’interno della Casa Bianca i falchi bocciano infatti l’ipotesi di una rimozione dei dazi a Pechino, considerandola come una concessione eccessiva. All’esterno invece l’eliminazione delle tariffe è vista come una mossa elettorale del tycoon che, nel buon andamento dell’economia, ha il suo asso nella manica per il 2020.

Sotto pressione per l’impeachment, il presidente americano è consapevole che la crescita e la corsa di Wall Street sono carte importanti da giocare per convincere gli elettori a sostenerlo. Non raggiungere un accordo con la Cina avrebbe conseguenze pesanti sulla ripresa e sulla borsa, con il rischio di trasformare l’attuale rallentamento della ripresa in una recessione.

Dall’amministrazione americana trapela comunque ottimismo sul mini-accordo commerciale, la cosiddetta ‘fase 1′ di un’intesa più ampia per disinnescare del tutto la guerra dei dazi fra le due superpotenze economiche. “Siamo vicini a un’intesa”, ripete Trump.

“Le barriere commerciali globali vanno rimosse, è necessario opporsi con fermezza al protezionismo”, è l’appello di Xi. Le borse mondiali credono che la tregua sia ormai a portata di mano e avanzano, seppur con cautela.

L’intesa, secondo indiscrezioni, includerebbe maggiori acquisti di prodotti agricoli americani da parte della Cina, regole per scoraggiare la manipolazione dei tassi di cambio e alcune misure per la tutela della proprietà intellettuale.

Fra i nodi da sciogliere c’è invece dove avverrà la firma del mini-accordo se le trattative si chiuderanno positivamente. In seguito alla decisione del Cile di cancellare il vértice dell’Apec, le delegazioni americana e cinese stanno considerando varie ipotesi sul luogo dove far incontrare i due leader.  Trump è convinto che sarà da qualche parte negli Stati Uniti. Pechino un po’ meno.

(di Serena Di Ronza/ANSA)

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