No, signor Abascal, non è così

Santiago Abascal, líder de Vox

Inquietante. È preoccupante osservare come, nel corso dell’unico dibattito televisivo prima delle elezioni di domenica in Spagna, il rappresentante di Vox, la formazione di estrema destra, abbia mentito. E lo abbia fatto apertamente, senza mezzi termini,  soprattutto quando ha parlato di emigrazione.

Che il partito di Santiago Abascal si caratterizzi per le sue posizioni xenofobe e razziste non è un segreto. Che le sue idee ricordino un passato recente che la Spagna democratica non può e non deve dimenticare, neanche è un segreto. Quindi, non sorprende che, nel corso del dibattito in cui il leader di Vox non aveva nulla da perdere e tutto da guadagnare, abbia parlato di centralismo, di eliminazione delle autonomie, di abolizione dei partiti politici indipendentisti, di abrogazione della legge sulla parità di genere, di ergastolo, di deportazioni e di privare del diritto alla sanità gli emigranti. È la costruzione di un discorso demagogico e populista che purtroppo attrae ancora alcune frange nostalgiche e fa leva su sentimenti nazionalisti ancora non del tutto superati.

Senza nulla togliere a temi senza dubbio molto importanti come la Catalogna, con le ambizioni indipendentiste assai forti in alcuni gruppi minoritari, l’uguaglianza di genere e il centralismo, ciò che ci preme sottolineare sono gli argomenti razzisti e xenofobi celati da un falso e antistorico discorso nazionalista; nazionalismo al quale fanno ricorso alcuni leader di estrema destra, e Santiago Abascal non è l’eccezione, per stimolare sentimenti di odio e di paura verso alcuni settori della popolazione.

La storia insegna che le nazioni che hanno saputo capitalizzare l’immigrazione sono quelle che con maggior forza hanno conquistato una migliore qualità di vita e con più entusiasmo si sono aperte al progresso sociale ed economico. Qualora ce ne fosse bisogno, e a rischio di incorrere in luoghi comuni, basta ricordare quanto avvenuto negli Stati Uniti, in Germania o in quei paesi dell’America Latina in cui l’emigrazione ha trovato un porto sicuro. Case, strade, ponti, ma anche laboratori artigianali e industrie d’avanguardia, sono stati costruiti da migranti. Migliaia e migliaia di giovani sono stati formati da docenti venuti da altre terre. Con i tanti immigrati, inutile negarcelo, è arrivato anche qualche delinquente. Ma è stata una infima minoranza; l’eccezione che conferma la regola.

Mente, e lo fa sapendo di mentire, chi afferma che in Spagna la maggior parte degli stupri e dei delitti sono commessi da immigranti. E fa un torto enorme ai tanti giovani, lavoratori e professionisti, alla stragrande maggioranza che ha scelto questo Paese per costruirsi una nuova vita, chi avanza l’idea di negare i servizi sanitari agli immigranti. Sono affermazioni, proposte indignanti che tutti i cittadini di un paese politicamente, socialmente e culturalmente evoluto dovrebbero rispedire al mittente.

Le menzogne sull’emigrazione, la creazione di scenari apocalittici sono solo espedienti politici per giustificare l’esistenza di una destra radicale e pericolosa.  E il suo discorso nazionalista non può che arrecare un grave danno alla società spagnola, libertaria, progressista, che in molte occasioni si è distinta per il rispetto dei diritti umani e che è sempre più aperta al mondo che la circonda.

Mauro Bafile