Sanità: inquinamento dell’aria aggrava le patologie psichiatriche

Persone in strada con mascherine. Smog
Persone in strada con mascherine. Smog

PERUGIA. – Emerge “una evidente correlazione tra l’inquinamento dell’aria e l’aggravamento delle patologie psichiatriche” da uno studio compiuto da un gruppo di ricercatori in servizio presso le strutture di degenza di psichiatria degli ospedali di Perugia e Foligno.

La ricerca ha riguardato inquinanti ambientali come le polveri sottili, ozono, monossido di carbonio e NO2 rilevati tramite le stazioni di monitoraggio dell’Arpa Umbria e gli accessi giornalieri per motivi psichiatrici presso le strutture di pronto soccorso, su un periodo di due anni.

“L’importanza – spiega il professor Alfonso Tortorella, direttore della struttura complessa di Psichiatria dell’Azienda Ospedaliera di Perugia – è nel fatto che viene dimostrato come sia sufficiente un aumento di 10 microgrammi di inquinamento per provocare un aumento di accessi al pronto soccorso del 10% di pazienti psichiatrici”. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Epidemiology and psychiatric sciences”.

E – sottolinea l’ospedale di Perugia – si tratta del primo in Italia e il secondo in Europa. Alla ricerca hanno partecipato anche specialisti in servizio presso l’ospedale di Foligno, Antonia Tamantini e Massimiliano Piselli. Lo studio – si spiega ancora in una nota dell’ospedale di Perugia – è stato compiuto su 1.860 accessi per motivi psichiatrici nelle strutture di pronto soccorso dei due ospedali umbri.

I ricercatori che hanno firmato la ricerca hanno voluto dedicare l’attività svolta alla memoria del loro maestro, il professor Roberto Quartesan, scomparso qualche mese fa, che aveva promosso lo studio.