Manovra: pioggia emendamenti, da Iva agli assorbenti ad avvisi fisco

Palazzo Chigi dove è in corso il vertice di maggioranza sulla manovra economica.
Palazzo Chigi dove è in corso il vertice di maggioranza sulla manovra economica, Roma 30 ottobre 2019. ANSA / FABIO FRUSTACI

ROMA. – Seggiolini antiabbandono, rottamazione degli avvisi bonari del fisco, blocco degli aumenti delle tasse locali e, con una proposta bipartisan delle donne in parlamento, riduzione dell’Iva sugli assorbenti. E’ partito il primo, atteso, assalto alla prima manovra giallorossa che non si sottrae dal rito della pioggia di emendamenti presentati dai parlamentari.

Circa mille sono le richieste di modifica al decreto fiscale, tra le quali spicca quella di Italia Viva di reintrodurre uno scudo penale per i vertici dell’ex Ilva nella realizzazione del piano ambientale. E migliaia di emendamenti si attendono, entro il fine settimana, anche per la legge di Bilancio vera e propria. D

alle audizioni, ancora in corso, arrivano critiche su critiche: dall’Abi a quelle, annunciate, di Confindustria e Rete Imprese, che bocciano le nuove tasse, a partire da quella sulla plastica a quelle degli enti locali che lamentano la mancanza di fondi sufficienti a “sopravvivere”, come dice l’Anci, o a mantenere alcuni servizi essenziali come la messa in sicurezza di ponti e scuole.

Secondo l’Upi servirebbe infatti 1 miliardo per 30mila ponti gestiti da province e città metropolitane, con fondi ad hoc per gli interventi necessari sul bacino del Po. E altri 600 milioni servirebbero per sistemare le scuole superiori e completare i piani antincendio.

Le imprese invece, grandi e piccole, chiedono al governo di tornare sui suoi passi. La manovra è “insufficiente” e non indica una “disegno di politica economica” in grado di spingere la crescita, dice Confindustria. L’assenza di un quadro organico, per il continuo rinvio a norme attuative successive, è un neo indicato anche dalla Corte dei Conti, che invita tra l’altro a vigilare contro i ‘furbetti’ del canone concordato e a pensare se non sia il caso, anche per ottenere gettito, di pensare a pagamenti tracciabili su affitti e colf, settori “ove notoriamente si registra una diffusa evasione fiscale”.

Le nuove tasse, è il messaggio che mandano gli industriali, rischiano poi di vanificare lo sforzo per bloccare gli aumenti dell’Iva: ad esempio quella sulla plastica oltre a far danni a un intero settore produttivo, costerà alle famiglie 109 euro l’anno in più, portando aumenti “del 10%” su prodotti di larghissimo consumo.

Peraltro, secondo i tecnici del Servizio Bilancio del Senato, senza nemmeno che sia certo il gettito che, guardando i calcoli presentati dall’esecutivo nella relazione tecnica, al momento appare “sovrastimato” per circa “800 milioni”. Così come quello di altre nuove imposte, dalle auto alla sugar tax che la maggioranza, comunque, è intenzionata a correggere, come ha assicurato il relatore Dem alla manovra, Dario Stefano. Ma l’intesa su come cambiare rotta ancora non c’è, né con le categorie interessate né tra gli alleati.

Lo stesso vale per il decreto fiscale: il Pd chiede la ‘pace fiscale’ per gli avvisi bonari, anche quelli su cui già sono attive rateazioni, un tentativo già fatto dai gialloverdi lo scorso anno salvo poi rinunciare per problemi di coperture. Italia Viva chiede appunto lo scudo per l’ex Ilva, tema bollente in maggioranza, ma anche di ripristinare il blocco degli aumenti delle tasse locali, già applicato tra il 2016 e il 2018.

Leu lancia un’altra provocazione, chiedendo per 12-18 mesi una gestione pubblica di Alitalia. Mentre il Movimento 5 Stelle chiede di abbattere l’Iva sulle scuole guida portandola dal 22% al 5%. Tutti d’accordo, invece, sulla moratoria per le multe a chi non installa il meccanismo antiabbandono sui seggiolini per i bimbi fino a 4 anni: Pd e Iv fissano la proroga al 6 marzo, i 5S invece fino a giugno.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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