Maltempo flagella le città d’arte Venezia e Matera

Acqua alta a Piazza San Marco, Venezia.
Acqua alta a Piazza San Marco, Venezia. ANSA/ANDREA MEROLA

ROMA. – Il maltempo sta sferzando tutta l’Italia ma le città d’arte sono tra quelle che più contano i danni. L’acqua alta a Venezia ha raggiunto i 127 centimetri e ha provocato nuovamente l’allagamento della Basilica di San Marco con conseguenze sui mattoni e sulle colonne dell’edificio e anche ai marmi recentemente sostituiti.

A Matera, città della Cultura 2019, le antiche strade si sono trasformate in torrenti in piena con fango e detriti che non hanno risparmiato il rione dei Sassi. Anche sulla costa jonica il vento di scirocco si è abbattuto con particolare violenza e si contano i danni.

A Venezia i 127 centimetri di acqua alta hanno prodotto un allagamento del suolo calpestabile di circa il 45%, valore che in mare ha raggiunto i 137 centimetri sopra il livello della città, dove scuole dell’infanzia e asili nido sono rimaste chiuse e lo saranno anche domani visto che le previsioni ipotizzano il raggiungimento dei 145 centimetri.

Le preoccupazioni sono soprattutto per i 70 centimetri nel nartece della Basilica di San Marco, tanto che il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha assicurato il finanziamento richiesto dalla Sovrintendenza di Venezia per tutelare la Basilica di San Marco.

Situazione difficile, e all’attenzione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, a Matera e nella sua provincia, dove la notte scorsa una tromba d’aria ha divelto alberi, pali della luce e tetti ed ha provocato danneggiamenti alle colture. Per il nubifragio la parte storica di Matera ed il rione dei Sassi, ha visto trasformare le sue strade in torrenti in piena, carichi di fango e detriti che, ad esempio, in via Bruno Buozzi hanno divelto la pavimentazione in basolato.

Oggi le scuole a Matera sono rimaste chiuse ma domani riapriranno, come ha annunciato il sindaco, Raffaello De Ruggieri, perché l’allarme sembra rientrato e i sopralluoghi dei tecnici non hanno riscontrato particolare criticità negli edifici scolastici.

Nel Salento, piogge, venti di burrasca e onde alte anche cinque metri hanno investito la costa jonica, con pali della luce e alberi sradicati ovunque, barche disancorate e due cabinati a vela scaraventati sugli scogli. A Spongano la furia del vento e la pioggia hanno distrutto il palazzetto dello sport pronto per essere consegnato nei prossimi giorni. A Taranto è crollato un traliccio con i ripetitori per i segnali telefonici abbattuti.

Problemi anche sul versante dei trasporti: a causa del maltempo due voli in arrivo a Bari da Milano sono stati dirottati in mattinata sullo scalo di Brindisi. Per lo scirocco da ieri pomeriggio le isole Eolie sono bloccate con aliscafi e traghetti fermi. La pioggia torrenziale ha prodotto un ‘fiume’ di pomice arrivato a valle fino a Canneto, in località Calandra, sull’isola di Lipari. Interrotti i collegamenti via mare tra il porto di Termoli e le Isole Tremiti.

Nel palermitano a causa del forte vento sono caduti la croce e il basamento di una chiesa ad Isnello e a Messina tra gli alberi crollati, uno ha danneggiato diverse auto e una persona è rimasta ferita in modo non grave.

Tragedia sfiorata a Napoli allo stazionamento dei bus in via Fasano, dove il forte vento ha abbattuto un albero che è precipitato su un bus fermo, dove al posto di guida era seduto l’autista e c’erano soltanto quattro passeggeri. Tempesta infine a Capri, dove è stata colpita la Torre campanaria nella celebre Piazzetta, uno dei simboli dell’isola: si sono staccati alcuni calcinacci. Il sindaco di Capri, Marino Lembo, ha firmato un’ordinanza in cui dispone per domani la chiusura delle scuole.

Il sindaco di Lampedusa Totò Martello ha invece chiesto l’intervento del Governo per le imbarcazioni utilizzate dai migranti che vengono ormeggiate ‘abbandonate’ nel porto ed ora in balia dello onde con il rischio che danneggino le altre imbarcazioni ed i pescherecci.

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