Contro il bullismo, arriva la legge e il numero d’emergenza 114

Vittima di episodi di bullismo.
Vittima di episodi di bullismo.

ROMA. – Il ragazzo che compie atti di bullismo e che non modifica i propri comportamenti dopo un percorso di rieducazione, potrebbe essere allontanato dalla famiglia dal Tribunale dei minori e affidato a una casa famiglia se la permanenza con i genitori risulta controproducente alla sua rieducazione.

E’ quanto prevede, per i casi più gravi di bullismo, la legge che la Commissione Giustizia della Camera ha approvato e che arriverà in Aula lunedì prossimo. La legge istituisce anche un numero verde, il 114, per le vittime.

In Commissione c’è stato un dibattito tra due impostazioni diverse: da una parte Fdi, sostenuto anche da Lega e Fi, puntava solo all’aspetto penale, introducendo uno specifico reato di bullismo, con pene da sei mesi a quattro anni di carcere; dall’altra la proposta di M5s (a prima firma di Devis Dori) sostenuta dal Pd, che punta soprattutto alla prevenzione e al recupero educativo del “bullo”.

Il testo approvato prevede una parte penale per i maggiorenni che accomuna il bullismo allo stalking (articolo 612 bis del codice penale). Molto più articolata la parte rieducativa: nel caso in cui il bullo sia un minore, infatti, si interviene sul processo penale minorile.

La legge prevede che nei casi di bullismo che emergono in ambiente scolastico, il preside promuova un dialogo con il “bullo”, la sua famiglia ed anche con gli altri ragazzi della classe. Inoltre, se qualcuno segnala atti di bullismo al Procuratore, questi li gira al Tribunale dei minori che apre quindi un procedimento in cui stabilisce “gli obiettivi” di un percorso di rieducazione.

I dettagli dei “progetti” rieducativi vengono invece definiti dai servizi sociali insieme alla famiglia del ragazzo o della ragazza. Concluso il “progetto”, e “comunque con scadenza annuale”, il servizio sociale “trasmette al Tribunale per i minorenni una relazione” sul percorso fatto dal ragazzo. Il Tribunale per i minorenni può, a quel punto, decidere tra quattro soluzioni: dichiarare concluso il processo rieducativo, farlo proseguire, “disporre l’affidamento del minorenne ai servizi sociali” o, infine, “disporre il collocamento del minorenne in una comunità, qualora gli altri interventi “appaiano inadeguati”.

La presidente della Commissione Francesca Businarolo (M5s), parla di “ottimo test” e di “gran lavoro” della Commissione, ma Fdi promette battaglia in Aula con Giorgia Meloni che accusa M5s: “si sono rifiutati di usare il pugno di ferro per i bulli e non hanno stanziato investimenti sufficienti per la prevenzione, scaricando tutto su scuole e servizi sociali”. “La destra perde l’occasione di dare un contributo nel contrasto a un fenomeno aggressivo e devastante per chi lo subisce”, ammonisce invece il proponente Dori.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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