CARACAS – Sembra strano, ma no lo è. Anzi, pensandoci bene, è del tutto normale che un cuoco italiano di alta cucina, ma nato a Caracas, mangi “arepas” a casa sua a Capaci, in Sicilia.
Partito per l’Italia con meno di due anni d’età, Gioacchino Sensale, è tornato 34 anni dopo per partecipare come invitato speciale della nostra Ambasciata alla IV edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, che si svolge a Caracas al 18 al 24 novembre.
Con due Medaglie d’oro ed il titolo di Campione d’Italia assoluto nelle competizioni Internazionali D’Italia con il Culinary Team e medaglia d’argento nel Mondiale di Cucina a Lussemburgo, Sensale ha una profonda formazione accademica ed una vasta esperienza nonostante la sua giovane età.
– Ho fatto tutto il percorso accademico – racconta -. Ho frequentato la scuola alberghiera a Palermo. Poi, ho cominciato a viaggiare per l’Italia e l’Europa. Sono state diverse tappe. Prima, Spagna, Svizzera, Francia, Germania. Poi sono rientrato. E ora mi occupo anche di formazione in molti istituto di cucina in tutta Italia.
Raccontare un paese
Lo Chef, premio “Orgoglio Siciliano 2012”, fa parte del prestigioso gruppo degli “Ambasciatori del gusto”, nato quattro anni fa e che raccoglie attualmente poco più di un centinaio di cuochi. Inoltre, ha fatto parte della Nazionale Italiana Cuochi, sempre spinto dall’interesse di far conoscere la cucina italiana nel mondo.
– L’obbiettivo – spiega – è quello di promuovere il “Made in Italy”. Quando noi italiani esportiamo gastronomia, esportiamo la nostra cultura, raccontiamo il nostro territorio, aiutiamo la nostra economia, e portiamo in giro per il mondo la nostra identità che è molto forte. Quindi, è molto importante soprattutto per le comunità italiane che vivono all’estero non perdere quest’identità e questi valori.
Sapore, salute e sostenibilità
– Cosa ha di speciale la cucina italiana oltre i sapori?
– Molto importante è la salute – afferma immediatamente -. L’Italia per posizione geografica è al centro del Mediterraneo e la dieta mediterranea è al centro della nostra tradizione alimentare. È una dieta riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità per il grande equilibrio nutrizionale. È una dieta super-sostenibile.
La sostenibilità, aggiunge, è un tema molto importante ed è giusto sottolinearlo.
– Gli italiani – ci dice – abbiamo la fortuna di avere una grande dieta che ci mantiene in forma, ci fa star bene e, in più, è una dieta sostenibile e quindi facciamo bene a noi, all’ambiente e al mondo.
“Carne mechada” in Sicilia
– Cosa le è rimasto del Venezuela?
-Il Venezuela a casa è sempre stato presente – commenta -. A Caracas ho mio zio e cugini, che ho incontrato l’altra sera. I miei genitori, tra di loro, parlano anche lo spagnolo e quindi ho avuto anche modo di allenare l’orecchio – precisa con un sorriso -. Spesso – prosegue – quando arrivano i miei parenti dal Venezuela ci portano prodotti locali. Siamo soliti cucinare le “arepas” a casa. Mia madre prepara la carne mechada. Quindi diciamo che c’è sempre stato un filo conduttore che non si è mai interrotto. In realtà non ci siamo mai staccati dal Venezuela.
– Preparerà qualche combinazione di piatti d’Italia e del Venezuela?
-No, in questo siamo molto puritani – precisa -. Se è venezolano è venezolano; se è italiano è italiano. Siamo molto fedeli a quello che sono le tradizioni .
– Il miglior piatto in assoluto?
-É una domanda che mi pongono in tanti – sorride -. Rispondo sempre che, secondo me, il piatto più buono sono gli spaghetti con olio e parmigiano. Una grande pasta, ottenuta con grano duro di qualità; un grande formaggio, come il parmigiano reggiano che è la bandiera d’Italia nel mondo; l’olio vergine d’oliva, che è il nostro oro verde, ed in Sicilia ne abbiamo di qualità eccezionale…. basta saper cuocere bene la pasta poi viene fuori un piatto strepitoso..
Sensale, in Venezuela accompagnato dai suoi cuochi assistenti Max Ballarò e Marco Fusco, preparerà pietanze e degustazioni, offrirà due Masterclass agli amanti della cucina, ed impartirà lezioni di pasta ai bambini durante la durata dell’evento.
Il cuoco italo venezolano non nasconde il desiderio di visitare la città, “di riscontrate i racconti dei miei genitori” e, confessa, spera di poter assaggiare una “hallaca” prima di andare via.
Roberto Romanelli