“Mujeres, Paz y Seguridad”, la donna nella società moderna

 

Elisabetta Bagli, Sánchez De Lara e Kitulo

MADRID – Ogni 25 novembre si celebra la ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre del 1999. In questo giorno, in tutto il Mondo, governi, organizzazioni internazionali, Associazioni e ONG organizzano attività volte alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questa tematica.

Presso la Fundación Camilo José Cela en c/Almagro 5 di Madrid si è tenuta la Giornata “Mujeres, Paz y Seguridad”, organizzata dalla stessa Fondazione e da THRibune for Human Rights, un’organizzazione non Governativa volta a dar voce alla denuncia sulla violazione dei Diritti Umani e alla promozione delle azioni in loro difesa. La Presidente di questa organizzazione è l’Avvocato Cruz Sánchez de Lara, esperta di Diritti Umani che ha aperto, insieme al Rettore dell’Università Camilo José Cela, Emilio Lora-Tamayo, la Giornata “Mujeres, Paz y Seguridad”, che ha avuto come obiettivo quello di spiegare il ruolo dell’Agenda “Mujeres, Paz y Seguridad” che venne approvata con la Risoluzione 1325 delle Nazioni Unite ad ottobre del 2000 e come la Spagna persegua gli obiettivi da questa proposti.

La Giornata è stata strutturata in modo da dare voce a rappresentazioni accademiche, civili ed istituzionali per esplorare ed analizzare questa tematica sotto i vari punti di vista, per avere un panorama più ampio sulla situazione che si trova ad affrontare la società odierna.

Nella sua presentazione Cruz Sánchez de Lara ha evidenziato come il concetto di violenza di genere non sia univoco in tutto il mondo, ma come in realtà sia molto diversa la percezione dello stesso nei vari Paesi, in relazione alla società in cui si vive. Per questo, è sempre necessario analizzare le situazioni particolari.

La Ministra di Difesa, Margarita Robles, dopo aver analizzato i punti chiave di questa risoluzione ha messo in risalto il protagonismo delle donne come “leader nei processi di pace”, come motori nel proceso di pace ed esempio per le altre donne che si trovano nella stessa situazione. Ha altresì sottolineato come siano proprio le donne siano le principali vittime dei conflitti nel mondo, in quanto “doppiamente vittime”, sia per la propia guerra che per la violenza sessuale alla quale sono esposte quotidianamente. Inoltre, ha voluto risaltare il ruolo degli uomini e delle donne delle Forze Armate che partecipano da 30 anni nelle missioni di Pace, cercando di garantire la libertà e la sicurezza dei popoli. La Ministra Robles ha, altresí, sottolineato il compromesso del suo Ministero  in relazione alla tematica delle donne dicendo che “non si può rimanere insensibili innanzi alla violenza nel mondo”.

Nella successiva tavola rotonda si sono alternati: Elvira Cabrera Rodríguez, Criminóloga e Specialista in Vittimologia, Professoressa di Criminologia e Sicurezza della UCJC che ha posto in rilievo la questione della “tratta degli esseri umani”, María Salvador, Responsabile del Programma dei Diritti delle Donne della Associazione Alianza por la Solidaridad (altra associazione che ha collaborato nell’evento) e che ha parlato della funzione delle associazioni in questo ambito, l’Almirante Juan Francisco Martínez Núñez, Segretario generale della Politica di Difesa che ha posto in evidenza come la  Spagna sia leader nella UE in relazione all’addestramento dei militari con la prospettiva di genere, nelle missioni internazionali en el promuovere l’Agenda Mujeres, Paz y Seguridad. Infine è intervenuta Clara Brasero, rappresentante del Ministero degli Affari Esteri, Unione Europea e Cooperazione che ha sottolineato l’importanza di perseguire gli obiettivi dell’Agenda per due motivi tra di loro connessi: la partecipazione di uomini e donne che parlano di violenza di genere.

Il dibattito ha avuto anche un fuori programa, considerando che è stata invitata al microfono la ex militare e ora deputata Zaida Cantera de Castro che ha portato la sua testimonianza sulla violenza di genere e lo ha fatto in modo molto contundente, ovvero facendo vedere come una donna fisicamente forte come lei sia stata vittima di violenza.

In ultimo è intervenuta la Presidente della Fundación Mujeres por África, Marte Villa che ha spiegato gli obiettivi della sua organizzazione e ci ha presentato Elisabeth Kitulo, una maestra elementare nel paese di Kakuma in Kenia, la quale, in perfetto inglese ci ha fatto comprendere come la società africana sia ancorata al puro maschilismo anche nelle scuole. Ci ha detto che solo il 10% delle donne sono maestre e fanno un lavoro meraviglioso, ma le difficoltà di essere arrivate a rappresentare quel 10% sono innumerevoli e complicate.

Elisabeth ha fatto una richiesta a noi che rappresentiamo il mondo occidentale “we need women inclusion in the society, not women exclusion”. Parole semplici ma che sicuramente arrivano.

Elisabetta Bagli (Redazione Madrid)

 

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