Tre milioni sono i disabili in Italia, la metà anziani

Il premier Giuseppe Conte incontra a palazzo Chigi le Federazioni che rappresentano le persone disabili, Fish e Fand, in occasione della giornata internazionale della disabilità,
Il premier Giuseppe Conte incontra a palazzo Chigi le Federazioni che rappresentano le persone disabili, Fish e Fand, in occasione della giornata internazionale della disabilità, Roma, 3 dicembre 2019. ANSA/FILIPPO ATTILI/US PALAZZO CHIGI

ROMA.- Tre milioni e centomila persone sono i disabili in Italia. Rappresentano il 5,2% della popolazione che ha condizioni di salute, di lavoro e sociali peggiori rispetto agli altri. Un milione e 400 sono persone anziane, in gran parte ultra 75enni e per lo più donne (990 mila), non sono autonome.

Proprio le donne anziane hanno più difficoltà degli uomini nelle attività di cura della persona (14,1% contro 7,3% degli uomini), e nelle attività domestiche (il 37,9% delle donne contro il 20,4% degli uomini). Oltre 600 mila persone con limitazioni gravi vivono in una situazione di grande isolamento e non hanno nessuno a cui rivolgesi in caso di bisogno e ben 204 mila sono quelle che vivono completamente sole.

Un dato definito “abbastanza impressionante” dal consigliere Istat e docente alla Sapienza di Roma Maurizio Franzini che ha illustrato il rapporto “Conoscere il mondo della disabilità”, presentato in occasione della Giornata Internazionale delle persone disabili.

Una percentuale altissima di persone con disabilità, a quanto emerge dal report, dichiarano di avere cattive condizioni di salute pari al 61%, mentre per il resto della popolazione è invece un “un misero” 0,6%. La “geografica della disabilità’ vede il fenomeno più diffuso in Umbria con l’8,7% e la Sardegna con il 7,3%. L’incidenza più bassa si registra invece in Veneto, Lombardia e in Valle d’Aosta con il 4,4%”.

Dalla fotografia scattata dall’Istat emerge che “gli strumenti messi in campo non hanno ottenuto i risultati attesi, ma hanno solo attenuato le differenze”. I disabili infatti raggiungono un grado di istruzione elevato in una percentuale minore rispetto al resto della popolazione: il diploma di scuola superiore/laurea è pari al 30% tra gli uomini e solo al 19,3% nelle donne contro il 55,1% e 55,6% del resto della popolazione. Tra coloro senza titolo di studio, anche qui le donne sono la maggioranza, il 17,1% contro il 9,8% gli uomini.

Solo il 31,5% delle scuole, inoltre, ha abbattuto le barriere ‘fisiche’ e appena il 17,5% quelle che hanno eliminato le barriere senso-percettive con disequilibri forti tra il sud e nord. Sul versante del lavoro, anche la percentuale di occupati tra i disabili è molto più bassa: il 31,3% contro il 58% della popolazione, mentre sono molti di più quelli in cerca di lavoro. Sono per lo più impiegati nella pubblica amministrazione, e i più insoddisfatti quelli che hanno un lavoro autonomo.

I disabili passano più tempo davanti alla televisione, vanno meno al cinema e al teatro e nei musei, ma leggono gli stessi libri “degli altri”. Uno dei dati più allarmanti è che il 67% delle famiglie nelle quali vive almeno una persona con disabilità non può permettersi una settimana di vacanza lontano da casa e il 53,7% non è in grado affrontare una spesa imprevista di 800 euro.

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