Eurogruppo rinvia il Mes al 2020, riserve anche da Francia

Il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno
Il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno.

BRUXELLES. – Mentre in Italia resta ancora infuocata la polemica politica sulla riforma del fondo salva-Stati Mes, in Europa i ministri dell’Economia vanno verso un rinvio del dossier all’anno prossimo, ovvero all’Eurogruppo di gennaio. Non c’è solo l’Italia ad avere riserve, ma anche la Francia ha dei problemi con il valore legale del testo e quindi un ulteriore lavoro tecnico farebbe comodo a molti.

Sulla sostanza, però, l’Italia è isolata: secondo fonti europee è la sola ad aver riserve sul contenuto della riforma Mes, in particolare sulla modifica delle clausole di azione collettiva. Anche sull’Unione bancaria non c’è ancora consenso, e slitta assieme al Mes a gennaio.

Il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno aveva già escluso la riapertura di una discussione sui contenuti, annunciando però che la firma del nuovo Mes avverrà nei primi mesi del 2020 e non nel summit di dicembre. Tempistica che darà modo anche ai Paesi di affrontare le loro discussioni parlamentari. Non è detto che all’Italia basti guadagnare un po’ più di tempo, ma comunque è un risultato per ora perché anche il summit dei leader Ue del 12-13 dicembre non dovrà prendere una decisione definitiva.

“C’è una logica di pacchetto, rimaniamo vincolati a questa prospettiva”, fa sapere il premier Giuseppe Conte da Londra, rassicurando ancora una volta che difenderà gli interessi dell’Italia e ribadendo di non vedere rischi. Ma Matteo Salvini non arretra: “Da Bruxelles continuano a dire pacchetto chiuso. E Conte dice invece che è aperto. Non mi stupirebbe l’ennesima bugia, bisogna fermare la firma contro qualcosa che è contro l’interesse nazionale”.

Il presidente Centeno, entrando all’Eurogruppo, rende esplicita la posizione comune: “Non vediamo ragione per cambiare il testo” del Mes. Allo stesso tempo, però, intende andare incontro alle necessità di quei Paesi che hanno bisogno di un ulteriore passaggio in Parlamento: “Il dibattito è in corso, oggi faremo un altro passo importante e poi aggiusteremo le necessità di dibattito che sono presenti” nei nostri Paesi, ha aggiunto, annunciando che la firma del nuovo Trattato avverrà “ad inizio del prossimo anno”.

Non è da considerare un rinvio, spiega. In realtà i tempi si allungherebbero comunque perché la traduzione del testo nelle diverse lingue richiederebbe un paio di mesi. Tempo utile anche per chiarire gli ultimi dettagli tecnici, non solo i dubbi del Parlamento italiano. Per il ministro francese Bruno Le Maire, la firma va fatta il prima possibile, su un accordo che peraltro era già chiuso dopo parecchi mesi di negoziato.

Per il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni, al suo primo Eurogruppo, il Mes non va ritardato. “E’ questo il momento giusto per fare passi avanti” sia sul fondo che sull’Unione bancaria, perché “abbiamo lasciato alle spalle il momento di crisi più difficile e non siamo certi di come si svilupperà la situazione economica nei prossimi anni”. E rassicura gli italiani sulla riforma che “non danneggia né l’Italia né nessuno”.

Gentiloni mette però in guardia sul terzo e ultimo pilastro dell’Unione bancaria, lo schema di assicurazione dei depositi: “Mi auguro che l’avvio della discussione sui depositi bancari (Edis, ndr) sia fatto col piede giusto”. Al momento, infatti, sul tavolo c’è ancora la proposta tedesca che comprende una diversa valutazione del rischio dei titoli di Stato detenuti dalle banche.

Anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco rassicura sulla riforma del Mes, perché introduce modifiche “di portata complessivamente limitata”. La riforma, insiste, non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani.

(di Chiara De Felice/ANSA)

Lascia un commento