Ambasciatore Vigo: l’Ospedale Italiano “nelle mani” della collettività

CARACAS. – L’Ambasciatore Placido Vigo ha convocato tutte le nostre istituzioni, le aziende, e gli organismi italiani presenti nel Paese alla prima riunione del “Sistema Paese”. E ha chiesto uno sforzo corale per il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2020. In primis, la fondazione dell’Ospedale Italiano di Caracas.

Il capo missione, nell’incontro svoltosi presso il Centro Italiano Venezolano, ha spiegato che la struttura ospedaliera occuperà due piani dell’“Hospital San Juan de Dios” a Caracas e avrà a disposizione ben cinque sale chirurgiche.

– Abbiamo già conversato con 25 medici che hanno assicurato la loro disponibilità a lavorare in questo ospedale – ha informato l’Ambasciatore -. Credo che già nei primi 6 mesi del prossimo anno, la struttura ospedaliera sarà una realtà.

Vigo ha spiegato che l’istituzione funzionerà attraverso una associazione senza fini di lucro con quote societarie che tutti potranno sottoscrivere; il finanziamento indiretto della Farnesina, che trasferirà fondi destinati agli aiuti degli italiani in situazione di disagio; e contributi diretti dello Stato italiano.

L’Associazione, ha sempre illustrato Vigo, avrà come presidente onorario il Console Generale in Caracas e un Consiglio d’Amministrazione del quale farà parte “anche un rappresentante del Ministero della Salute venezuelano e un rappresentante del Istituto Europeo d’ Oncologia”.

– Questa struttura – ha aggiunto – dovrà amministrare i fondi ed assicurare la sua gestione in collaborazione con Buenos Aires.

Infatti, l’Ospedale italiano di Caracas dipenderà dall’Ospedale italiano di Buenos Aires e riceverà la consulenza dell’Istituto Europeo d’Oncologia, per quel che riguarda l’aspetto tecnico e scientifico.

A chi ha chiesto come reperire i fondi per assicurare il buon funzionamento dell’ospedale, l’Ambasciatore ha risposto:

– Si faranno pagare i piani di assistenza sanitaria a coloro che li sottoscrivono. Il costo dipenderà dall’età e dalle condizione di salute. Quindi, se si comincia da giovane, si pagherà molto poco; se, invece, lo si fa da adulti si pagherà di più. Si creerà un sistema che permetterà il costante collegamento con l’Ospedale italiano di Buenos Aires e la rete d’ospedali in Argentina. Ciò assicurerà non solo la consulenza ma tutto il supporto necessario alla struttura.

Vigo ha confermato che le persone in condizione di disagio non pagheranno.

Tocca a voi

Il capo missione è stato molto chiaro nello spiegare che l’Ospedale italiano sarà responsabilità della nostra collettività, non solo nella gestione ma anche nella sua manutenzione. Quindi, l’esito di questo progetto dipenderà dall’impegno e dalla partecipazione della Collettività. D’altronde, riceverà il sostegno statale solo per un breve periodo di tempo.

– Avremo comunque un enorme finanziamento dall’Istituto Europeo d’Oncologia – ha spiegato -. Questo servirà per gli investimenti che richiederà la struttura nei primi sei mesi. E dovrà essere restituito. L’iniziativa – ha proseguito – deve essere considerata come un aspetto assolutamente prioritario. Se riusciamo a creare la struttura, con l’aiuto di chi vuole collaborare in maniera seria, disinteressata, mettendo a disposizione la propria esperienza, le proprie capacità, sono sicuro che riusciremo a costruire, in questo ospedale, altre strutture. E così aumentare il numero di posti letto.

Ha quindi proseguito:

– Toccherà a voi fare in modo che l’ospedale possa creare una rete in Venezuela. Noi non possiamo farlo. Sarà responsabilità della collettività. Prima ci si è preoccupati di costruire questo Centro Italiano Venezolano, ora ci si dovrà preoccupare dell’ospedale.

Il prossimo passo, ha spiegato l’Ambasciatore Vigo, sarà una riunione con la collettività sempre nel Civ-Caracas. Dovrebbe coincidere con l’arrivo di un rappresentante dell’Istituto Europeo.

L’ obiettivo dell’Ambasciatore è quello di replicare l’esperienza vincente dell’Ospedale Italiano di Buenos Aires, fondato dagli emigrati italiani nel lontano 1853, ancor “prima dell’Unità d’Italia”. Si sostiene con le proprie risorse e con un contributo dello Stato che appena rappresenta lo 0,027% del suo bilancio. Quell’ospedale, oggi, ha anche una università con due Facoltà. Ed è riuscito a costruire altri 7 ospedali in Argentina. Una rete alla quale farà parte anche l’Ospedale Italiano di Caracas.

Vigo ha poi rivolto un appello alla nostra comunità.

– Il lavoro – ha detto – è l’unico strumento che ci permette di realizzare i nostri sogni…

Durante l’incontro, Nello Collevecchio, membro del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa e ha esortato la collettività alla partecipazione.

– Bisogna saper approfittare di queste opportunità – ha detto -.  I nostri nonni facevano “Sistema Paese”, creavano aziende, andavano in Italia e tornavano con tecnologia, attrezzature. Ora dobbiamo approfittare dell’esistenza del Sistema Italia. La nostra sfida sarà informare tutta la Collettività.

Altri progetti

L’ospedale Italiano non è l’unica iniziativa in agenda. In cantiere vi è l’acquisto di un edificio nel quartiere di Las Mercedes di Caracas. Sarà la nuova sede di Ambasciata, Consolato, Comites, Cgie, ICE, Istituto Italiano di Cultura e di organismi della comunità come, ad esempio, la Camera de Commercio Venezolano-Italiana.

Inoltre, sarà costruita una guida disponibile nei formati adatti alle nuove tecnologie. Attraverso una App “ad hoc”, poi, i connazionali in precedenza registrati in Consolato, riceveranno informazione in tempo reale.

Nella riunione erano presenti oltre al Console Generale di Caracas, Enrico Mora, Ugo Di Martino, presidente del Comites; Alfredo D’Ambrosio, presidente de Cavenit; Marina Di Cicco, direttrice dell’Istituto Italiano de Cultura di Caracas; Carlos Villino, presidente del CIV; e funzionari dell’Ambasciata, dei centri sociali, patronati, scuole e dell’Eni.

Roberto Romanelli

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