Haftar non si ferma in Libia, “primi morti turchi”

Soldati dell'esercito nazionale libico del generale Khaliffa Haftar. (El Pais)

ROMA. GEN – Fallito, almeno per ora, il cessate il fuoco in Libia proposto mercoledì dalla Russia e dalla Turchia e mentre si moltiplicano gli appelli internazionali a far tacere le armi, sul terreno le forze di Khalifa Haftar tentano lo sfondamento verso ovest.

Dopo Sirte, si combatte per prendere la città di Misurata, roccaforte fedele al premier di Tripoli Fayez al-Sarraj. Qui e nella vicina Khoms il generale ha anche imposto un divieto di navigazione alle navi in arrivo, minacciando di affondarle. E ci sarebbero i primi morti tra i soldati turchi dispiegati nel Paese dal presidente di Ankara Recep Tayyip Erdogan a sostegno del governo di Sarraj.

Quest’ultima notizia manca per ora di conferme ufficiali e resta piuttosto sottotraccia in Turchia, dove solamente il quotidiano Ahval parla di tre soldati uccisi e sei feriti: una ricostruzione accreditata anche da altre fonti vicine al generale di Bengasi e rilanciata da media arabi come Al Arabiya e Al Arab.

Se confermato, il fatto smentirebbe le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da Erdogan secondo cui i soldati turchi – 35 quelli inviati in Libia con il primo contingente – non avrebbero partecipato direttamente alle operazioni militari.

Sul fronte della diplomazia, dal vertice dei ministri degli Esteri europei riunito a Bruxelles per fare il punto sulle crisi mediorientali è risuonato nuovamente un appello ad applicare un efficace embargo sulle armi verso la Libia.

Così come è stata sottolineata l’esigenza di accelerare sulla conferenza di Berlino per far sedere al tavolo gli attori in gioco sullo scenario nordafricano. Un’esplicita richiesta in tal senso è arrivata anche dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La cancelliera tedesca Angela Merkel volerà ad Ankara il prossimo 24 gennaio per tentare di convincere Erdogan a non disertare il vertice.

L’Italia intanto continua a lavorare per ritagliarsi un ruolo di facilitatore della pace. Anche il premier Giuseppe Conte prepara una visita in Turchia da Erdogan, lunedì mattina. Nel pomeriggio è previsto poi uno spostamento al Cairo per vedere il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.

Sembra essere rientrata invece l’irritazione del governo tripolino di Sarraj con Roma dopo l’incomprensione del mancato incontro di mercoledì. Lunedì il ministro dell’Interno del governo di accordo nazionale libico, Fathi Bashagha, tornerà in Italia in visita ufficiale.

In questa fase, in ogni caso, restano roventi le linee delle cancellerie di mezzo mondo, con continue telefonate incrociate tra i leader. Gli occhi sono tutti puntati sulle mosse del generale Haftar che a sorpresa ha deciso di snobbare l’invito di Putin al cessate il fuoco, nonostante la Russia sia uno dei suoi principali sponsor.

Resta da capire se la sua sia una mossa tattica tesa a guadagnare terreno il più possibile in vista di domenica, data in cui sarebbe dovuta scattare la tregua, o se l’uomo forte di Bengasi abbia deciso di andare fino in fondo con la sua offensiva.

(di Salvatore Lussu/ANSA)

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