Conte a opposizione: “Lavoro a una soluzione politica in Libia”

Il premier Giuseppe Conte a Villa Madama durante la conferenza stampa di fine anno,
Il premier Giuseppe Conte a Villa Madama durante la conferenza stampa di fine anno, Roma, 28 dicembre 2019. ANSA / Filippo Attili - us Palazzo Chigi

ROMA. – Illustra la strategia italiana sulla Libia, rivendica una “linea coerente” e una “presenza costante” a sostegno della pace, Giuseppe Conte: “Non siamo disponibili a fornire armi o militari per alimentare un conflitto armato”. Ma il presidente del Consiglio non sembra convincere l’opposizione, nella riunione convocata a Palazzo Chigi insieme ai rappresentanti della maggioranza, i ministri di Esteri, Difesa e Interno.

Il governo aggiorna i gruppi parlamentari sul dossier missioni, in vista del decreto di rifinanziamento. Il premier parla molto di Libia ma si sofferma anche sulla situazione in Iran e Iraq. Ma la Lega invia ad ascoltarlo un deputato semplice e alla fine sia Fi che Fdi esprimono giudizi assai critici. Scettica è anche Iv, che prima del vertice con Matteo Renzi denuncia un rischio “autogol” e invoca l’asse con gli Usa.

E’ nutrita la rappresentanza parlamentare che fa ingresso a Palazzo Chigi intorno alle 20: ci sono tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione, i presidenti delle commissioni Esteri e Difesa. Solo la Lega “declassa” l’incontro inviando non i capigruppo ma il deputato Alessandro Pagano. Introduce Conte, poi parlano il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che legge i numeri relativi alle missioni, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Al momento delle domande, non alza la mano nessuno dalla maggioranza: interrogano gli interlocutori del governo solo le opposizioni. Il premier, di ritorno dall’incontro al Cairo con Al Sisi, tratteggia la linea politica di azione del governo e spiega: “L’Italia ha fatto una scelta ben precisa, siamo disponibili a investire tutto il nostro capitale per indirizzare gli attori libici e la comunità internazionale verso una soluzione politica”.

Conte riferisce degli incontri con Haftar e Sarraj, ma anche dei contatti con Putin ed Erdogan, spiega che non è detto che alla conferenza di Berlino si arrivi con una tregua siglata ma spiega che l’importante è “un cessate il fuoco sostanziale”. L’Italia “lavora – aggiunge – con massima determinazione per rafforzare il ruolo Ue” e lo fa “senza agende nascoste”, convinta che “rimane fondamentale la consultazione con gli Usa”.

Proprio sugli Usa, in un’intervista al Tg2, si sofferma Renzi, poco prima dell’incontro a Palazzo Chigi. “Sarà il tempo a dire se” Conte e Di Maio “hanno lavorato bene o male”, dichiara. Ma aggiunge che il “ruolo della Turchia in Libia è un autogol per l’Italia”: “Io mi fido molto più degli americani che dei turchi”, aggiunge l’ex premier.

Alla fine della riunione i rappresentanti della maggioranza raccontano comunque di un clima costruttivo. Ma le parole dei ministri non sembrano aver fatto breccia tra le opposizioni. “Vediamo poca strategia e un ruolo marginale”, attacca da Fdi Francesco Lollobrigida. Da Fi Anna Maria Bernini e Maria Stella Gelmini firmano una nota durissima in cui parlano di tavolo “tardivo”, di governo inerme e “inadeguato”: “Conte e Di Maio non ci hanno convinto ed hanno, invece, acuito i nostri timori. Abbiamo completamente perso peso”.

(di Serenella Mattera e Giampaolo Grassi/ANSA)

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