Scintille Sanders-Warren, ma dibattito dem non decolla

I sei candidati dem alla presidenza degli Stati Uniti
I sei candidati democratici alla presidenza Usa nel dibattito Tv .(Gloonabot.it)

WASHINGTON. – A tre settimane dall’avvio della stagione delle primarie democratiche in Iowa, l’ultimo dibattito tv tra gli aspiranti sfidanti di Donald Trump delude le aspettative.

Ancora una volta non emerge un vero leader, nonostante sul palco i candidati siano rimasti solo in sei, a partire dal frontrunner Joe Biden. Tra i big si assiste alle previste scintille tra i due senatori progressisti Bernie Sanders ed Elizabeth Warren, costretti a farsi la guerra per guadagnarsi la palma di anti-Biden prima ancora che di anti-Trump. Alla fine non si stringono neanche la mano, ma in realtá non si può parlare di un vero e proprio scontro.

Sanders respinge le accuse dell’alleata di sempre nella sinistra dem, e ribadisce di non aver mai detto che una donna non potrà mai vincere le elezioni presidenziali del 2020: “È la mia storia a parlare per me, su YouTube potrete trovare un video di 30 anni fa in cui dico che la vittoria di una donna è possibile”.

Warren liquida la questione con una battuta: “Qui su questo palco io e Amy Klobuchar (l’altra candidata dem, ndr) siamo le uniche che negli ultimi 30 anni hanno battuto un repubblicano. E gli uomini qui sul palco hanno perso tutte le elezioni degli ultimi dieci anni”. Tutto qui, ma quanto basta da lasciare delle ruggini.

Biden cerca di tenersi fuori dalla mischia e più che attaccare cerca di limitare i danni, forte degli ultimi sondaggi che lo danno in crescita proprio in Iowa dove fino a qualche settimana fa sembrava fuori gioco.  Così alla fine, minuti alla mano, parla molto meno dei suoi più diretti avversari, costretto a difendersi davvero solo una volta: “Ho già detto 13 anni fa che fu un errore votare per la guerra in Iraq”, replica a Bernie Sanders che definisce quel voto “la peggiore decisione della nostra storia insieme alla guerra del Vietnam”.

Per il resto Biden si dice pronto ad affrontare Trump in un faccia a faccia, a diventare il Commander in chief e a guidare il Paese dall’alto della sua esperienza di otto anni alla Casa Bianca al fianco di Barack Obama.

Prestazione in chiaroscuro per Pete Buttigieg, che dalla politica estera alla questione sanità mostra grande competenza ma che forse non riesce a incidere come vorrebbe e a ritagliarsi davvero in maniera efficace il ruolo del moderato alternativo a Biden.

Intanto nelle prossime ore la Camera voterà l’invio degli articoli per l’impeachment di Trump al Senato e la speaker Nancy Pelosi nominerà le personalità che dovranno coordinare e gestire il processo nei confronti del presidente. Processo che secondo il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell dovrebbe iniziare martedì prossimo.

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