Ance: pochi investimenti, 25 anni per uscire da crisi

Demolizione di una palazzina
Demolizione di una palazzina per la sua ricostruzione in Sardegna. (ANSA)

ROMA. – Nel 2019 gli investimenti in costruzioni sono cresciuti del 2,3% rispetto al 2018, ma secondo l’Ance (l’organizzazione confindustriale che riunisce le imprese edili) “non si tratta di un aumento in grado di segnare una vera svolta”.

“Il mondo delle costruzioni – evidenzia il presidente Gabriele Buia – non è uscito dalla crisi e se i ritmi di crescita restano questi, ci vorranno 25 anni per tornare ai livelli pre-crisi”. A tirare il settore sono gli investimenti pubblici che nel 2019 hanno segnato un + 2,9% e nel 2020 sono stimati in crescita del 4% a fronte, secondo le stime Ance, di una crescita complessiva delle costruzioni più contenuta del 2019 e attesa in termini reali a un +1,7%.

Il grandi committenti edili restano gli enti pubblici con però delle differenze. L’Ance promuove i Comuni e boccia la grande stazione appaltante che è l’Anas. A livello locale – sottolinea Ance – nel 2019, la spesa in conto capitale ha registrato un aumento del 16% grazie allo sblocco degli avanzi di amministrazione degli enti locali e ai programmi di spesa previsti nelle ultime leggi di bilancio.

“Permangono invece – osserva – difficoltà e incertezze per i grandi enti di spesa, come Anas, a causa dei tempi lunghissimi di approvazione dei Rispettivi Contratti di Programma”. In particolare nel 2019, secondo lo studio Ance, l’Anas ha speso solo il 39% degli investimenti previsti. Ma male – sempre secondo Ance – hanno fatto anche le concessionarie autostradali in mano ai privati e alle partecipate: “Per la manutenzione di 7.317 opere fra ponti, viadotti e gallerie sono stati spesi solo il 2,2% degli investimenti totali previsti” evidenzia Ance.

Tornando ai numeri dello studio, per il 2020 si prevedono investimenti in aumento del 2,5% per la nuova edilizia abitativa (e questo nonostante la diminuzione della popolazione residente ndr.), +1,5% investimenti in manutenzione straordinaria dello stock abitativo già esistente e questo grazie all’impatto dei primi interventi con eco e sisma bonus su interi condomini e del bonus facciate che partirà dal 2020. É previsto poi un aumento dello 0,4% di investimenti non residenziali privati. La crescita più sostenuta (+4%) arriverà dagli investimenti in opere pubbliche dovuto essenzialmente alla ripresa dei bandi di gara.

Restando ai dati del 2019 e nonostante il pessimismo di Ance, gli italiani si confermano affezionati al bene-casa. Nel 2019 le costruzioni di case sono cresciute del 5,4% e questo nonostante le amministrazioni abbiano ridotto il numero dei permessi a costruire (-0,9%) nell’edilizia residenziale e del 7,9% in quella non residenziale.

Il dato positivo delle nuove costruzioni è ancora più significativo se si tiene conto che il credito per i mutui erogati alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni è calato nei primi nove mesi del 2019 dell’8,2%.

(di Maria Gabriella Giannice/ANSA)

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