Rugby Sei Nazioni: 20 anni Azzurri, nuovo ct e svolta giovane

Giocatori dell'Ital Rugby stoppano allo scozzese Josh Strauss
Gli azzurri Andrea Lovotti (S), Edoardo Gori (C) e Dean Budd (D) stoppano allo scozzese Josh Strauss (ANSA-EPA/WALLACE WOON)

ROMA. – Nuovo ct, squadra ringiovanita e tante speranze. L’Italia del rugby si presenta così per la 20/a edizione del Sei Nazioni, un torneo che finora ha riservato più delusioni che gioie agli azzurri, nonostante la girandola di tecnici – ben sei, di quattro diverse nazionalità, hanno preceduto Franco Smith chiamato dopo il Mondiale a sostituire il dimissionario Conor O’Shea – e l’entusiasmo che ha finora accompagnato la squadra.

L’auspicata svolta dovrà avvenire senza la guida dello storico capitano Sergio Parisse, che ha deciso di lasciare dopo cinque Mondiali e 142 presenze. La prima sfida è comunque ritrovare la vittoria, che manca dal 2015, quando l’Italia vinse in Scozia, mentre l’ultimo successo all’Olimpico risale al 2013.

Sembra molto lontano quel 5 febbraio 2000, quando gli azzurri debuttarono nel Sei Nazioni, cogliendo una storica vittoria sulla Scozia campione in carica. Da allora il torneo è cresciuto e si è consolidato fino a diventare uno degli eventi più attesi e partecipati, ma l’Italia ora è chiamata cambiare marcia. La celebrazione della XX edizione, che per l’Italia comincia l’1 febbraio in Galles, è avvenuta al Salone d’onore del Coni, alla presenza del presidente, Giovanni Malagò, e della sindaca di Roma, Virginia Raggi.

“Il Sei Nazioni è un torneo importantissimo – ha dichiarato Malagò – e dell’Italia siamo molto orgogliosi. Roma poi è imprescindibile, ci sono appassionati che provengono da tutta Italia, vivranno due fine settimana unici. A Smith faccio i miei migliori auguri, sono ottimista per questo nuovo corso e per tutto il movimento”. Raggi ha evidenziato che “per Roma il Sei Nazioni è un evento importantissimo, con Roma che sta diventando sempre più capitale dello sport. E il rugby ne racchiude i veri valori, il “terzo tempo” dovrebbe essere preso d’esempio da altre discipline. La sindaca ha anche ricordato che i musei capitolini saranno gratuiti per i possessori del biglietto dalla partita dell’Italia.

Fiducia nel nuovo corso è stata espressa dal presidente federale, Alfredo Gavazzi: “Dopo la Coppa del Mondo c’è sempre un cambiamento. C’è un gruppo di giovani, abbiamo fatto il cambio generazionale con una squadra estremamente giovane ma anche competitiva. Siete la vetrina della nostra disciplina”, ha sottolineato rivolgendosi a giocatori e staff azzurri, facendo loro i migliori auguri. Smith ha premesso che “nessuno sa come vogliamo giocare e la sorpresa gioca a nostro favore. Vogliamo programmare un modello di gioco improntato su di noi e che ci può portare a buoni risultati”.

Parisse, come detto, non ci sarà, ma avrà la possibilità di giocare l’ultima partita a Roma per salutare il pubblico azzurro: “Sergio ha sempre dato tanto per l’Italia, ha giocato 5 coppe del mondo: mi ha detto che vuole essere ricordato per una grande partita, quindi vedremo come inserirlo”. La fascia di capitano passa al tallonatore Luca Bigi (24 caps): “Daremo tutti noi stessi – ha detto l’azzurro – vogliamo essere ricordati come la miglior Italia di sempre e scenderemo in campo sempre per vincere”.

Dopo l’esordio in Galles, l’Italrugby giocherà ancora fuori casa contro la Francia, l’esordio all’Olimpico contro la Scozia il 22 febbraio, poi trasferta in Irlanda il 7 marzo e ultima gara con l’Inghilterra a Roma il 14 marzo, quando ci sarà il secondo appuntamento con il Peroni Terzo Tempo Village. Confermata anche la sinergia con Discovery Italia, rappresentata dall’ad Alessandro Araimo, che proporrà in diretta su Dmax il Sei Nazioni e su Eurosport le gare dell’Italdonne.

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