Iran pronto al ritiro dalla non proliferazione nucleare

Il presidente dell'Iran Hasán Rohani visita una centrale nucleare nel suo paese.
Il presidente dell'Iran Hasán Rohani visita una centrale nucleare nel suo paese. (ANSA)

ISTANBUL. – Sale ancora la tensione tra Iran ed Europa. Dopo aver accusato Francia, Germania e Regno Unito di aver ceduto al ricatto di Donald Trump contestando a Teheran violazioni dell’accordo sul nucleare, la Repubblica islámica minaccia di uscire anche dal Trattato di non proliferazione nucleare se i tre partner europei dell’intesa del 2015 porteranno il caso fino al Consiglio di sicurezza dell’Onu, che potrebbe ripristinare le sue sanzioni.

“Dopo il quinto passo di riduzione degli obblighi dell’accordo, l’Iran non ne farà altri”, ha spiegato il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, ribadendo che il suo Paese è ancora disposto a tornare a un pieno rispetto del Jcpoa se gli europei soddisferanno le richieste di compensazioni delle sanzioni americane. “Ma se continuano a fare giochi politici – ha avvertito – l’Iran avrà molte altre opzioni sul tavolo”.

L’ipotesi di un ritiro dal Trattato di non proliferazione nucleare, siglato nel 1968 e ritenuto un cardine degli equilibri internazionali, era già contenuta in tre lettere inviate dal presidente Hassan Rohani all’ex Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, ha ricordato il capo della diplomazia di Teheran, che domani non sarà a Davos come inizialmente previsto, escludendo così un eventuale incrocio con Trump. “Ma prima di quello, potremmo considerare altre opzioni”, ha aggiunto, tenendo così aperta la finestra del dialogo con gli europei. “Ora la palla è nel loro campo”, ha sottolineato il suo portavoce.

Annunciato la scorsa settimana con una nota congiunta di Parigi, Londra e Berlino, il ricorso al meccanismo di risoluzione delle controversie sarebbe giunto dopo che Washington ha minacciato l’imposizione di dazi del 25% sulle auto europee in caso di mancato schieramento contro Teheran. Una ricostruzione confermata dalla ministra tedesca della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer.

Ora l’Iran alza l’asticella, aprendo un nuovo fronte mentre ancora riecheggiano gli attacchi della Guida suprema Ali Khamenei agli Usa e ai loro alleati nel sermone di venerdì scorso. E oggi, in una cerimonia di investitura, il maggiore generale Esamil Qaani, nuovo comandante delle Forze Qods dei Pasdaran, ha promesso che non ci saranno passi indietro rispetto al suo predecessore ucciso dal raid Usa: “Le Guardie della rivoluzione islamica continueranno sulla strada tracciata dal generale Qassem Soleimani”.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)