Papa Francesco: “Tante lacerazioni. Serve verità, non notizie false”

Papa Francesco benedice i cattolici in Piazza San Pietro.
Papa Francesco benedice i fedeli in Piazza San Pietro.

CITTA’ DEL VATICANO. – Raccontare la verità e l'”eroicità ignorata del quotidiano” per ricucire le “tante lacerazioni dell’oggi”. E’ l’appello del Papa nel Messaggio per la 54ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebrerà il 24 maggio e che il pontefice ha firmato oggi, nel giorno in cui la Chiesa celebra san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

Il Papa ha scelto quest’anno il tema della narrazione “perché credo – spiega – che per non smarrirci abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone”. No dunque alle falsità né alla narrazione che divide e proclama l’odio. Questo il monito principale di Papa Francesco al mondo dei media ai quali chiede attenzione per tutti, anche i più piccoli, “perché nessuno è una comparsa nella scena del mondo”.

“In un’epoca in cui la falsificazione si rivela sempre più sofisticata, raggiungendo livelli esponenziali (il deepfake), abbiamo bisogno di sapienza per accogliere e creare racconti belli, veri e buoni. Abbiamo bisogno di coraggio per respingere quelli falsi e malvagi”, sottolinea Papa Francesco aggiungendo:

“Spesso sui telai della comunicazione, anziché racconti costruttivi, che sono un collante dei legami sociali e del tessuto culturale, si producono storie distruttive e provocatorie, che logorano e spezzano i fili fragili della convivenza. Mettendo insieme informazioni non verificate, ripetendo discorsi banali e falsamente persuasivi, colpendo con proclami di odio, non si tesse la storia umana, ma si spoglia l’uomo di dignità”.

Il mondo ha dunque bisogno di una “narrazione umana” e non distruttiva. “Abbiamo bisogno – sottolinea il Papa – di respirare la verità delle storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme. Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita.

Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri”. Papa Francesco, nel messaggio ai media, cita infine i capolavori di Alessandro Manzoni (“I promessi sposi”) e di Fedor Dostoevskij (“I fratelli Karamazov”) definendole “appendici del Vangelo”.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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