Taglio del cuneo strutturale, nel 2021 fino a 1.200 euro

Un momento dell'incontro tra governo e sindacati a palazzo Chigi sul taglio del cuneo fiscale
Un momento dell'incontro tra governo e sindacati a palazzo Chigi sul taglio del cuneo fiscale.(ANSA/ UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI - FILIPPO ATTILI)

ROMA. – Non una sperimentazione ma una riduzione strutturale delle tasse, con 16 milioni di lavoratori dipendenti che si ritroveranno anche nel 2021 buste paga più pesanti fino a 1.200 euro l’anno. Il giorno dopo il varo del decreto legge per il taglio del cuneo fiscale il governo, nella messa a punto del testo, chiarisce la portata del provvedimento, che in un primo momento era stato immaginato ‘a tempo’, cioè solo per quest’anno, e “in via sperimentale”.

Parole che non compaiono più nella nuova versione del provvedimento, che ha ancora bisogno di limature sul fronte delle coperture prima di essere mandato al Quirinale per la firma e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, e che erano state già chiarite, in mattinata, dal ministro dell’Economia. In tv Roberto Gualtieri è andato a spiegare un intervento “strutturale” che non solo “resterà” ma “che anzi vogliamo rendere ancora più incisiva con la riforma fiscale”, respingendo gli attacchi di Matteo Salvini, cui ha riposto secco anche il premier: ai conteggi irrisori di “46 euro a testa” destinati ai lavoratori dai giallorossi, Giuseppe Conte ha ribattuto che il leader della Lega sa solo fare “facili ironie” ma non ha mai proposto “in 15 mesi di governo un taglio delle tasse”.

Il decreto varato a due giorni dalle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria, dice peraltro il sottosegretario al Mef Pier Paolo Baretta, non ha un sapore “elettorale” ma è stato fatto subito per “sgombrare il campo” e dare “certezze sul cuneo” per poi partire subito con la riforma dell’Irpef.

Insomma, il taglio del cuneo, come dice Laura Castelli, sarà di fatto “temporaneo”, per essere poi integrato e superato grazie alla riforma generalizzata del prelievo che ne manterrà comunque “gli effetti”. Quindi chi da luglio avrà un aumento del bonus Renzi da 80 a 100 euro, chi li prenderà per la prima volta (i redditi tra 26.000 e 28mila euro) e chi riceverà da 80 euro in giù, manterrà anche con la riforma il vantaggio fiscale degli ultimi sei mesi di quest’anno. Vantaggio che, appunto, nel 2021 è già indicato nel decreto fino a 1.200 euro l’anno, per i dipendenti cui spetteranno ora i 100 euro al mese.

Come arrivare alla riforma del sistema, però, resta un rebus: l’obiettivo, ha ribadito Gualtieri, è quello di arrivare a varare entro aprile un disegno di legge delega per un fisco “più equo, green e che riduca la pressione fiscale a partire dai redditi medio bassi”. E sul tavolo, accanto al modello tedesco delle aliquote continue che piace a Leu, e a quello della riduzione da 5 a 3 aliquote targato M5S, c’è anche l’ipotesi di intervenire abbassando le prime due aliquote, quelle che oggi sono al 23% e al 27%.

Sarebbe un “obiettivo ottimale”, secondo Baretta, perché ne beneficerebbero in primis i redditi bassi ma poi anche tutti gli altri, e coinvolgerebbe – una delle richieste su cui sono già in pressing i sindacati – anche i pensionati. Per gli incapienti anche l’esponente Dem conviene con l’idea già illustrata anche dalla collega M5S Castelli di studiare un meccanismo ad hoc, probabilmente sempre un bonus, da calibrare tenendo conto di una platea che in parte si sovrappone con quella del reddito di cittadinanza.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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