Bce: “Le banche europee solide, ma falle in controlli e gestione”

Vista dell'European Central Bank, Bce, a Frankfurt.
Vista dell'European Central Bank, ECB (R), a Frankfurt. EPA/MAURITZ ANTIN

ROMA. – Le banche europee passano l’esame Srep sul capitale della vigilanza Bce che però lancia l’allarme su un “deterioramento” in quanto ai controlli e alla gestione e sottolinea come gli utili siano inferiori al costo del capitale. Una distruzione di valore che colpisce la maggioranza degli istituti vigilati e che allontana gli investitori dal settore.

Il presidente Andrea Enria si dice comunque “soddisfatto” complessivamente dell’esercizio sul fronte del capitale, con solo sei istituti (di cui non vengono forniti i nomi) su 109 in tutta Europa sotto la soglia e un continuo e progressivo taglio dei crediti deteriorati che proseguirà anche nei prossimi anni.

Per la prima volta inoltre sono stati pubblicati i dati del Pillar II richiesti a ogni singola banca (le italiane lo avevano già fatto a dicembre) e non a livello aggregato, aumentando così la trasparenza. Enria ha anche negato che la vigilanza ponga ostacoli alle fusioni nazionali o fra istituti di diversi paesi che invece, rileva, si scontrano con norme ancora non armonizzate in Europa.

Per questo verranno forniti chiarimenti al mercato secondo cui la vigilanza ha un atteggiamento rigoroso che scoraggia progetti e idee. Aggregazioni invece potrebbero portare dei vantaggi, fa capire Enria, specie per un comparto che giustifica la bassa redditività con i tassi zero, la pressione regolatoria e la concorrenza sempre più pressante del Fintech e dall’innovazione tecnologica.

E sui tassi il presidente della vigilanza invita a soppesare anche i vantaggi, in primis la spinta alla cessioni dei crediti deteriorati. Gli npl, un tempo ‘il problema’ delle banche europee e soprattutto delle italiane sono ora alle spalle. In 5 anni di vigilanza unica sono scesi da 1000 miliardi a poco più della metà e ci saranno ulteriori cessioni già programmate (176 nel 2020 e 143 nel 2021).

L’attenzione quindi ora si sposta sulla governance e sulle falle nei controlli interni e nei “rischi di condotta” che hanno portato alle perdite. Nè la Bce nè Enria fanno nomi ma negli ultimi mesi si sono viste larghe falle nell’antiriciclaggio oche hanno coinvolto, in diverse vicende e a vario titolo, Ing, Deutsche Bank e Dansk Bank, a Malta e in Lettonia.

Per questo la vigilanza intensificherà “la valutazione della sostenibilità dei modelli imprenditoriali e continuerà a richiedere alle banche di accrescere l’efficacia dei loro organi di amministrazione”.

(di Andrea D’Ortenzio/ANSA)

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