Madrid, sottosegretario Merlo: “L’Italia ha bisogno di crescere”

Il sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo, intervistato dal nostro Direttore (Foto cortesia Ambasciata d'Italia - Madrid)

MADRID – “La maggioranza dei nostri giovani emigra verso i paesi vicini. Ad esempio, Germania, Spagna, Svizzera o Gran Bretagna. In quest’ultimo, stiamo in conversazione col governo affinché, dopo la Brexit, si riconosca, agli italiani che vi risiedono, gli stessi diritti che avevano come cittadini europei. Ovviamente sarebbe meglio che i giovani non partissero. Lo fanno perché in Italia non trovano lavoro. Il nostro paese ha bisogno di crescere economicamente”. Il sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo affronta l’argomento della nuova emigrazione non senza rammarico. La “Voce” lo ha intervistato poco prima dell’incontro-dibattito in cui Bruno Simili, vicedirettore della rivista “Il Mulino, e Steven Forti, docente universitario e ricercatore, hanno presentato il volume dedicato all’emigrazione italiana e, in particolare, il capitolo dedicato alla nostra Collettività in Spagna.

Più che un incontro-dibattito sulla nostra emigrazione, quello organizzato dalla nostra Ambasciata e al quale hanno partecipato oltre al vicedirettore della rivista “Il Mulino”, Bruno Simili, e al docente e ricercatore, Steven Forti, anche il sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo, il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, Luigi Maria Vignali e l’Ambasciatore Stefano Sannino, è stato per coloro che sono intervenuti un’occasione per illustrare le proprie esperienze (Foto cortesia Ambasciata d’Italia – Madrid)

– L’economia italiana deve crescere – insiste il senatore Merlo -. E deve farlo in maniera sostenuta per cinque, dieci anni. È l’unico modo di evitare il fenomeno dell’emigrazione. Molti vanno via dall’Italia, altri tornano. Non c’è una politica di rientro perché i giovani, quando vogliono, possono prendere il treno e tornare. Il vero problema è l’inserimento nel mercato del lavoro. È un aspetto che sta migliorando ma, ripeto, l’Italia ha bisogno di una crescita sostenuta del Prodotto Lordo del due o del tre per cento nei prossimi anni. Cambiando il trend dell’economia cambierebbero tante cose.

– Lei andrà a Tenerife per verificare in loco l’idoneità delle possibili sedi dell’Agenzia Consolare che prossimamente dovrebbe aprire le porte a Tenerife. Il problema in Spagna, ma anche in altre nazioni, non è solo la necessità di più consolati o agenzie consolari ma anche di assicurare a questi il personale sufficiente per espletare tutte le pratiche. Cosa si sta facendo su questo fronte?

– Ci saranno le nuove agenzie consolari e ci sarà il personale – assicura il sottosegretario -. In questo caso, devo dire che la politica ha fatto il suo lavoro. Noi tra fine del 2017 e la finanziaria del 2018 abbiamo approvato fondi per assumere quasi 500 unità di ruolo-. Sostiene che il problema risiede essenzialmente nella burocrazia. Afferma:

– C’è una agenzia italiana, la Formez, che deve organizzare i concorsi affinché i candidati più idonei possano essere assunti dal Ministero degli Esteri e, quindi, recarsi all’estero. Da due anni non abbiamo notizie. La politica ha fatto il suo lavoro; ma la burocrazia frena. Noi abbiamo votato per assumere 500 persone di ruolo. Sottolineo di ruolo perché queste sono le uniche che possono firmare e risolvere i problemi. Purtroppo, l’agenzia centralizzata, incaricata delle assunzioni nell’amministrazione pubblica, ancora non ha organizzato il primo concorso. Tra pochi giorni mi pronuncerò sull’argomento. Scriverò anche al premier Conte perché è inaccettabile quanto sta accadendo. Credo che non abbia senso avere questa agenzia. È meglio chiuderla e permettere ai singoli ministeri di organizzare le proprie assunzioni.

Uno dei temi di stringente attualità è la legge sul taglio dei parlamentari che castiga severamente le nostre comunità all’estero. È per questo che chiediamo al senatore:

– La nuova legge sul taglio dei parlamentari propone la decurtazione degli eletti all’estero. Come interpreta lei questa iniziativa?

– Noi non l’abbiamo votata in Parlamento e voteremo “no” nel referendum – afferma categorico. Poi, dopo una pausa, prosegue:

– Siamo d’accordo sulla riduzione del numero dei parlamentari in Italia. Ma dire che un senatore potrà rappresentare due milioni di elettori in Europa mi sembra quasi incostituzionale. Nella circoscrizione America Meridionale un senatore dovrà rappresentare circa un milione 500mila elettori. Impossibile. È inaccettabile. È giusto ridurre il numero dei parlamentari in Italia; ma la nuova legge doveva lasciare inalterato il numero degli eletti all’estero; quei 18 previsti nella prima riforma costituzionale.

Mauro Bafile