Referendum del 29 marzo, all’estero si voterà per posta

MADRID – Il 29 marzo si vota. Il referendum sul taglio dei parlamentari è ormai una realtà.  Quello a cui sono chiamati anche gli italiani che risiedono all’estero, sarà il quarto referendum costituzionale confermativo della storia della Repubblica. Nei tre precedenti, una sola volta la legge approvata dal Parlamento senza la maggioranza dei due terzi è stata approvata. Ed è, quindi, diventata legge costituzionale. In base a quanto prevede l’articolo 138 della Costituzione, per il risultato non conta il quorum dei votanti che invece determina la validità dei referendum abrogativi.

All’estero o in Italia

Al prossimo referendum, fissato al 29 marzo del presente anno, saranno coinvolte anche le nostre comunità all’estero. D’altronde il voto è un diritto sancito dalla Costituzione. I cittadini italiani residenti all’estero, e regolarmente iscritti nelle liste elettorali, potranno votare per posta. È bene, quindi, che coloro che desiderano esercitare questo diritto, che è anche un dovere, regolarizzino la propria situazione anagrafica presso il consolato della circoscrizione di residenza.

In alternativa, gli aventi diritto al voto potranno scegliere di esprimersi in Italia, presso il proprio comune di iscrizione elettorale. Allora dovranno farne espressa richiesta. Ovvero, comunicare la propria scelta entro e non oltre il decimo giorno successivo alla indizione delle votazioni. Quindi, l’8 febbraio. Gli elettori che sceglieranno di esercitare il proprio diritto in Italia, riceveranno dai rispettivi Comuni la cartolina-avviso. La comunicazione da far pervenire in Consolato, che potrà essere su carta semplice, dovrà contenere nome, cognome, data, luogo di nascita, luogo di residenza e firma dell’elettore. Dovrà inoltre essere accompagnata da copia di un documento di identità del dichiarante. Per tale comunicazione si può anche utilizzare l’apposito modulo scaricabile dal sito web del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (www.esteri.it) o da quello del proprio Ufficio consolare.

Quella di votare in Italia, comunque, è una opzione che potrà essere revocata in qualunque momento sempre attraverso una comunicazione scritta da inviare o consegnare all’Ufficio consolare con le stesse modalità. Non sono previsti rimborsi per le spese di viaggio, solo agevolazioni tariffarie all’interno del territorio italiano. Gli elettori residenti in Paesi dove non vi sono le condizioni per votare per corrispondenza hanno diritto al rimborso del 75 per cento del costo del biglietto di viaggio, in classe economica.

La Legge sul Taglio dei Parlamentari

Una riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200. Inoltre, un taglio nel numero dei nostri eletti all’estero: scenderanno da 12 a 8 i deputati e da 6 a 4 i senatori. Una decurtazione inspiegabile, visto l’estensione delle circoscrizioni estere. L’istituto dei senatori a vita è conservato fissandone a 5 il numero massimo, finora 5 era il numero massimo che ciascun presidente poteva nominare. In sintesi, questo è quanto prevede la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari; riforma sulla quale i cittadini italiani sono chiamati ad esprimersi il 29 marzo di quest’anno.

Il Referendum

Il referendum confermativo per le leggi costituzionali è disciplinato dall’articolo 138 della Carta. Questo prevede che si possa sottoporre ai cittadini la riforma votata dal Parlamento. Ma la richiesta è ammissibile solo se i sì della Camera e del Senato non superano i due terzi dei componenti dell’assemblea. Tre sono i modi previsti dalla Costituzione per far partire la macchina referendaria: a chiedere il referendum possono essere 5mila elettori, 5 Consigli regionali o un quinto dei membri di una delle Camere (126 deputati o 64 senatori).

Nel caso della legge sul taglio dei parlamentari, le firme sono arrivate da 71 senatori con il contributo decisivo di alcuni della Lega. Quest’ultimi hanno firmato la richiesta con l’espressa intenzione di favorire la fine anticipata della legislatura.

Non sarà necessario il quorum. A differenza dei referendum abrogativi, il referendum costituzionale sarà valido qualunque sia il numero degli elettori. La riforma costituzionale sottoposta a referendum non sarà promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.

Redazione Madrid