Trump: “Il numero due di al-Qaida ucciso da un raid Usa”

Un uccello si posa sulle rovine di un edificio distrutto da un raid aereo in Sanaa, Yemen.
Un uccello si posa sulle rovine di un edificio distrutto da un raid aereo in Sanaa, Yemen.(ANSA- EPA-EFE/YAHYA ARHAB)

WASHINGTON. – Era già stato dato per morto varie volte ma ora Donald Trump lo ha ufficializzato: il quarantaduenne Qassim al Raymi, il numero due di Al-Qaida, di cui dirigeva la filiale nella penisola arabica denominata Aqap, è stato ucciso in un raid americano da lui ordinato.
Il presidente può vantare così nella campagna elettorale per la sua rielezione un altro successo sul fronte della lotta al terrorismo, dopo l’eliminazione show del leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi in Siria e quella più controversa del generaleiraniano Qasseim Soleimani in Iraq.
“Sotto la guida di Raymi, l’Aqap ha commesso violenze incalcolabili contro civili in Yemen e ha cercato di compiere e ispirare numerosi attacchi contro gli Usa e le nostre forze”, ha affermato il commander in chief. “La sua morte indebolisce Al-Qaida nella penisola arabica e a livello globale, e ci porta più vicini all’eliminazione delle minacce che questi gruppi pongono alla nostra sicurezza nazionale”, ha spiegato, promettendo che gli Usa continueranno a “proteggere il popolo americano inseguendo ed eliminando i terroristi che cercano di danneggiarci”.
Il tycoon non ha rivelato né quando né dove sia stato neutralizzato, ma le indiscrezioni indicano che è stato ucciso in un attacco con un drone a Marib, l’ex capitale dell’antico regno di Saba, a 170 km dalla capitale Sanaa. É la fine che ha fatto anche il suo predecessore. Al Raymi, vice del capo di Al-Qaida Ayman al-Zawahiri, era dal 2010 in cima alla lista Usa dei terroristi più pericolosi e su di lui pendeva una taglia da 10 milioni di dollari del dipartimento di Stato. Il comandante si era unito ad Al-Qaida negli anni Novanta, lavorando come addestratore in Afghanistan per Osama bin Laden, prima di tornare in Yemen, dove era nato.
Nel 2004 fu arrestato e condannato per aver pianificato attentati contro cinque ambasciate nella capitale Sanaa. Dopo essere evaso nel 2006, contribuì alla nascita di Al-Qaida in Yemen. Il gruppo rivendicò i due attentati kamikaze che nel 2007 uccisero sei turisti spagnoli, prima di essere legato all’assalto con bombe e lanciarazzi contro l’ambasciata Usa a Sanaa nel 2008, dove morirono dieci guardie yemenite e quattro civili. L’anno successivo si lanciò alla guida di Aqap, unendo i gruppi di Al-Qaida in Yemen e in Arabia Saudita: gli Usa descrissero la nuova formazione come “la filiale operativa più attiva” di Al-Qaida al di fuori di Pakistan e Afghanistan. Gran parte dei suoi attacchi sono stati messi a segno nella penisola arabica, con centinaia di morti, mentre una serie di sofisticati piani per attentati aerei contro gli Usa sono stati sventati in extremis.
In risposta alle voci sulla sua uccisione circolate a fine gennaio, Aqap aveva diffuso il 2 febbraio un video messaggio con la voce di Raymi che rivendicava la sparatoria nella base aeronavale di Pensacola (Florida), compiuta in dicembre da un ufficiale saudita in addestramento. Ma evidentemente la registrazione era stata fatta prima.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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