González Laya: “La nostra politica nei confronti del Venezuela non è cambiata”

L'incontro tra i ministri degli Esteri Luigi Di Maio e Arancha González Laya

MADRID – Non solo l’Europa ma anche l’America Latina. Anzi, il Venezuela. La crisi politica istituzionale che ormai da troppo tempo lacera questo paese è stata forse la grande protagonista della conferenza stampa congiunta offerta dai ministri degli Esteri Italiano, Luigi Di Maio, e spagnolo, Arancha González Laya.

– La nostra politica – ha ribadito la ministra González Laya rispondendo alle domande dei giornalisti locali – è chiara e coerente. Non è cambiata. Il nostro obiettivo – ha quindi precisato – è quello di favorire, impulsare, sostenere e, qualora fosse necessario, spingere le due parti verso una soluzione concordata.

Di fronte all’insistenza dei giornalisti, la ministra degli Esteri spagnola ha sottolineato:

–  Siamo pronti ad aiutare; a sostenere qualunque iniziativa orientata alla ricerca di una soluzione comune. Ma – ha detto quasi scandendo le parole – la soluzione deve essere ricercata dalle parti interessate.

La conferenza stampa congiunta, che si è svolta in una sala del Palazzo di Viana, è stata aperta dalla ministra spagnola che ha ricordato la vicinanza, non solo geografica, tra Italia e Spagna. Ha sottolineato l’interesse di ambedue le nazioni a stringere vincoli economici, commerciali e di amicizia ancor più forti. E ha annunciato il prossimo incontro tra il capo del Governo spagnolo, Pedro Sánchez, e il premier, Giuseppe Conte. Questo dovrebbe avvenire nel corso di un “Forum di Dialogo” al quale sarà invitata l’imprenditorialità e la società civile delle due nazioni.

– Questi vincoli saranno stretti in maniera più strategica in seno all’Unione Europea – ha affermato la ministro -. Lo saranno nelle prossime discussioni sul preventivo spese comunitario, sul nuovo patto sulle emigrazioni, sui negoziati per la Brexit e sulla politica europea verso il Mediterraneo.

La ministra ha ricordato, quindi, che Italia e Spagna sono Paesi di “prima emigrazione”. E cioè, quelli più esposti all’emigrazione proveniente dall’Africa. E ha esortato l’Italia a lavorare assieme in una “Europa in evoluzione, cambiante”.

Dal canto suo, il ministro Di Maio ha invitato a “rafforzare ulteriormente le iniziative comuni”.

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, con l’Ambasciatore Sannino e il personale della sede diplomatica a Madrid

– Credo – ha affermato– che i nostri giovani siano la chiave. Lo sono le nostre nuove generazioni,  quelle del sud dell’Europa e. in particolare, quelle del Mediterraneo allargato di cui Spagna e Italia sono parte. Siamo protagonisti di un’area che ha alcuni problemi ma anche tante potenzialità – ha proseguito -. La Spagna ha grandi influenze in molti Paesi dell’Africa, con cui possiamo lavorare. Abbiamo giovani che guardano alle grandi sfide dell’innovazione e alle nuove tecnologie come un’occasione di lavoro e occasione di sviluppo economico. Questo può portare le nuove generazioni a vedere il Mediterraneo non come un’area di crisi ma come un’area di occasione economiche e di scambi culturali.

Il ministro di Maio si è detto contento di poter “favorire un vertice di governo tra Italia e Spagna”. E ricordato che l’ultimo risale al 2014.

– Guardiamo con molto interesse la vostra capacità di attrazione turistica – ha proseguito il ministro -. Abbiamo in programma la Conferenza sul “Futuro dell’Europa” che deve essere una vera occasione di trasformazione.

Ha precisato che è necessario spingere l’Europa verso un “cambiamento che tenga presenti i valori dei Padri Fondatori dell’Unione Europa”. E cioè, la solidarietà e lo sviluppo economico legati sempre alla sostenibilità e alla eguaglianza tra persone.

Ha quindi affrontato il tema libico, che è motivo di preoccupazione.

– Contribuire alla stabilità della Libia – ha detto – è contribuire alla stabilità del Nord Africa. Vuol dire aiutare una intera regione a stare meglio. L’Europa è quella che più ha da perdere se la Libia è in guerra. Siamo preoccupati per il blocco dell’esportazione del petrolio dalla Libia, che sta impoverendo il suo popolo. Siamo preoccupati anche per l’emergenza terrorismo.

Redazione Madrid

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