Coronavirus, i dubbi alla Cecchignola: “Quando finirà la quarantena?”

Un infermiere sulla porta i una stanza in cui sono tenuti in quarantena i "reclusi" alla Cecchignola,
Un infermiere sulla porta i una stanza in cui sono tenuti in quarantena i "reclusi" alla Cecchignola, . ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – Rintanati nelle stanze con uscite limitate al ritiro dei pasti, posti comuni deserti e qualche incertezza sulla fine della quarantena. Nella città militare della Cecchignola a Roma tra gli oltre 50 italiani in isolamento rientrati una settimana fa da Wuhan – regione focolaio del Coronavirus – c’è un clima di inquietudine per il rischio che la quarantena possa ulteriormente protrarsi.

“Ci dicano cosa dobbiamo fare. Non abbiamo una data esatta – spiegano – L’ipotesi di un possibile prolungamento della quarantena al momento riguarda solo delle voci che non avrebbero nessuna conferma”.

I ‘reclusi’ della città militare sono costantemente connessi dall’interno delle proprie stanze ed è presto circolata la voce, dopo aver appreso la notizia sui siti online, dello studio scientifico secondo cui il periodo di incubazione del Coronavirus potrebbe estendersi fino a 24 giorni, dieci in più di quanto indicato fino ad ora.

Dall’Oms non c’è alcuna nuova indicazione ufficiale, ma ora tra i pazienti sotto osservazione c’è il timore che ci siano ripercussioni sulla loro permanenza.

“Sappiamo che il conteggio della quarantena si è azzerato quando è stato ricoverato il ragazzo risultato positivo al Coronavirus. Quindi – sottolineano – ci è stato detto in una riunione che, se non ci fossero stati altri casi, avremmo lasciato la Cecchignola due settimane dopo, prevedibilmente entro il 20 febbraio. Ma ormai niente è certo”.

Il protocollo intanto procede come sempre, con i controlli della temperatura quotidiani e il nuovo tampone è stato effettuato oggi: una visita medica determinante non solo per verificare l’esclusione di nuovi contagi, ma anche per stabilire le tempistiche della fine dell’isolamento.

I ‘reclusi’ hanno anche una psicologa a disposizione e all’interno del centro si sta fa di tutto per alleggerire qualsiasi possibile disagio degli italiani in quarantena. In queste ore dovrebbero rientrare nella città militare alcuni degli italiani che ne erano usciti per i controlli all’ospedale Spallanzani di Roma.

Dopo i test positivi sul giovane 29enne ricercatore emiliano, primo italiano contagiato dal virus e l’unico tra i 56 della Cecchignola che resta in ospedale, è previsto il rientro nella struttura militare dei due bambini che avevano avuto alcune linee di febbre ma per fortuna risultati negativi al Coronavirus.

I piccoli di 4 e 8 anni, accompagnati dal padre, erano stati trasferiti nell’ospedale romano a titolo puramente precauzionale, così come alcune ore prima la donna affetta da congiuntivite. Anche per lei è stata scongiurata al momento qualsiasi ipotesi di contagio.

Nelle ultime ore si è aggiunto un altro punto di quarantena. Al primo piano del Policlinico militare del Celio ci sono gli ultimi otto italiani rientrati, compresi due neonati con le loro madri. Tra questi a breve dovrebbe esserci anche Niccolò, lo studente 17enne di Grado bloccato a Wuahn per la febbre rilevata ai controlli medici, che ora sta bene e nelle prossime ore tornerà in Italia per aggiungersi a una quarantena che sembra senza fine.

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