Coronavirus: se va male, Pil cinese sotto il 5%

Una persona indossa una mascherina alla stazione di treni di Pechino.
Una persona indossa una mascherina alla stazione di treni di Pechino. (ANSA-EPA/WU HONG)

MILANO.  – La locomotiva dell’economia mondiale rischia di “deragliare” a causa degli effetti del coronavirus. La crescita della Cina, nel caso di uno scenario più pessimista con il numero dei contagiati che continua a salire e le misure di prevenzione si prolungano al secondo trimestre, potrebbe risultare in rallentamento fino a 4,9% rispetto alla stima precedente di un Pil a +5,8%. La previsione, che per la prima volta porta la soglia di crescita sotto il 5 per cento, è contenuta in un rapporto della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo secondo il quale “è ragionevole attendersi un impatto sull’economia superiore alla Sars”.

Le misure di restrizione alla mobilità e il blocco della produzione in diversi distretti industriali rendono “ragionevole attendersi – si evidenzia nel rapporto – un impatto sull’economia superiore a quello registrato nell’anno della Sars. Nell’ipotesi di picco dei contagi contenuto nel primo trimestre, e sulla base delle informazioni finora disponibili, rivediamo le nostre previsioni di crescita del Pil nello scenario di base da 5,8% a 5,4% nel 2020, mantenendo i rischi al ribasso”.

Per valutare l’impatto del coronavirus sull’andamento è inevitabile il confronto con l’epidemia della Sars. Nel 2003 in Cina si registrò un calo della fiducia di consumatori e imprese, e un rallentamento della dinamica delle vendite al dettaglio e della produzione industriale, poi velocemente recuperato. Con le misure di restrizione alla mobilità e il blocco della produzione in diversi distretti industriali attuate a causa dell’epidemia di coronavirus è ragionevole attendersi un impatto “superiore – spiega il rapporto di Intesa – a quello della Sars”.

Guardando ai vari settori produttivi si stima che gli impatti più significativi riguarderanno il turismo ma anche il comercio al dettaglio e immobiliare, i cui pesi sul Pil sono tra i più elevati (rispettivamente 9,7% e 7%), in aumento rispetto all’anno della Sars (8,1% e 4,5%), seguiti dal settore dei trasporti (4,3%). L’impatto economico finale dipenderà dal picco dei contagi, per il momento difficilmente prevedibile, e dalla durata delle misure di quarantena e di restrizione alla mobilità.

I rischi più rilevanti per il Paese derivano da possibili fallimenti delle imprese, con un mercato del lavoro già in difficoltà. Con questo scenario è prevedibile che le autorità cinesi decidano di varare un “mirato stimolo fiscale in aggiunta a un moderato allentamento monetario per far fronte alla crisi”.

(di Massimo Lapenda/ANSA)

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